L’unica colpa dell’attrice minacciata è quella di aver accettato il ruolo del personaggio protagonista di una pellicola, che racconta la storia di una venerata regina indiana. Il regista è accusato di rappresentare il falso e distorcere i fatti.
L’assurda offerta
Dieci milioni di rupie, pari a 130.000 euro, è la ricompensa offerta dal leader di un partito governativo indiano a chiunque si offra di bruciare viva Deepika Padukone, la protagonista del film storico “Padmavati” la cui regia porta la firma di Sanjay Leela Bhansali. L’esordio della pellicola nelle sale cinematografiche è previsto per il 1 Dicembre 2017, ma le infuocate polemiche dopo lo stop imposto dalla censura sono alquanto preoccupanti.
La storia
Il film di Bhansali porta il nome di un poema epico del XVI secolo e narra le vicende della regina indù Rani Padmini, conosciuta come Padmavati – interpretata dall’attrice minacciata – che pur di sottrarsi al sultano di Delhi, Alauddin Khalji, nel 1303, terminato il lungo assedio del Chittor Fort decise di darsi fuoco, insieme a tutte le altre donne. Esistono prove certe dell’esistenza del re Khilji, mentre non è mai stata storicamente accertata quella di Padmavati, che potrebbe quindi essere un personaggio frutto della fantasia del poeta Malik Muhammad Jayasi. Ad oggi la figura della regina è solennemente celebrata dalla casta indù Rajput in India a cui appartiene la protagonista del poema.
Le proteste
Le riprese del film sono state decisamente travagliate e più volte interrotte a causa di attacchi e atti vandalici. L’attrice minacciata, spesso non si è sentita al sicuro e con lei il regista. Nella giornata del 19 Novembre l’organismo di censura preventiva indiano, ha emanato un provvedimento che impone la sospensione dell’uscita del film nelle sale: nel frattempo venivano bruciate in un parco, in segno di protesta, circa cento gigantografie di Padukone e di Bhansali. L’inquietante gesto non è sembrato sufficiente al responsabile della guerrigliera quanto integralista fazione, che a riguardo ha rilasciato una dichiarazione che fa inorridire:
“Deepika dovrebbe sapere cosa si prova ad essere bruciati vivi. L’attrice non potrà mai immaginare il sacrificio della regina. Siamo pronti a dare 10 milioni di rupie a chi dovesse bruciarla viva. Chiediamo agli organizzatori di mostrarci il film prima che sia autorizzato ad andare nelle sale”
I motivi della polemica
A scatenare queste aspre controversie da parte di gruppi indù, di alcuni membri delle famiglie reali indiane e del partito di governo Bharatiya Janata, sono state alcune indiscrezioni trapelate, secondo le quali il regista metterebbe in scena una storia d’amore tra la regina indù e il re invasore musulmano. Bhansali ha più volte rassicurato tutti che non ci saranno scene con riferimento a romanticismo o a un potenziale innamoramento tra i due personaggi, ma le sue parole sono risultate vane.
A Gennaio 2017, sia l’attrice minacciata, sia il regista, hanno subito un’aggressione fisica, in seguito alla quale Bhansali è stato costretto a tagliare alcune scene ritenute offensive. Un portavoce dello stesso partito, giovedì 16 novembre, ha detto che avrebbero “tagliato il naso” di Padukone, a causa delle dichiarazioni della donna relative all’inutilità delle proteste, che mai a suo avviso, avrebbero bloccato l’uscita del film.
Anna Lattanzi