Salambò è stato il primo film italiano in cui ha recitato un attore nero, ma il suo nome non venne nemmeno inserito nei titoli di coda.
Siamo nel 1915, La “Pasquali Film” di Torino produsse nel 1914, per la regia di Domenico Gaido, il film muto Salambò, che uscì poi nelle sale nel gennaio 1915.
La trama del film
La pellicola è tratta da “Salammbô”, romanzo storico di Flaubert risalente al 1862.
È ambientato immediatamente dopo la Prima guerra punica. Cartagine si trova a gestire il pagamento dei mercenari precedentemente assoldati per combattere in Sicilia. Uno di questi, Mathos, s’innamora di Salambò, la bella figlia di Amilcare Barca, il grande generale cartaginese.
Un cinema non di tutti
È un dato di fatto che in Europa le etnie ‘altre’ siano ampiamente sottorappresentate al cinema e in tv, sia sia sullo schermo, con situazioni stereotipate, che a livello produttivo. Mentre all’estero, da Hollywood alla Bbc, il problema è quantomeno noto e ampiamente discusso, l’Italia fatica anche solo a riconoscerlo.
La situazione, per gli attori neri in Italia era difficile già prima, ma dagli anni ’90 in poi, con l’inizio del fenomeno immigratorio, è di certo peggiorata e gli attori neri sono sempre relegati in ruoli di immigrato o straniero, mai in ruoli più centrali o tantomeno da protagonista.
Chi fa parte delle minoranze etniche è spesso ritratto come un qualcuno di ignorante, indigente, violento; e queste immagini sono terreno fertile per la propaganda, dal momento che i media locali non offrono nessun contro-esempio positivo.
Promuovere l’integrazione degli attori neri nel cinema
United Artists for Italy – è una comunità di artisti che riconosce i diritti degli attori neri italiani e di altri gruppi sociali e ne combatte la discriminazione professionale. Promuovono una televisione più moderna, inclusiva e plurale.
La nostra è anche una campagna contro la discriminazione in genere. Parliamo anche della comunità Lgbt, dei disabili, delle categorie over 50
Sempre nel 2016, inoltre, è uscito Blaxploitalian – 100 anni di afrostorie nel cinema italiano. Diretto da Fred Kuwornu—regista e attivista italo-ghanese, nato e cresciuto a Bologna e da qualche anno residente negli Stati Uniti—il documentario ricostruisce appunto la storia “nascosta” degli attori di origine africana nel cinema italiano.
L’intento è quello di porre l’attenzione su una presenza mai storicamente rilevante e vittima di ‘tipizzazione’ da parte di sceneggiatori, registi e produttori italiani, e superare gli schemi per cui molti gruppi etnici e sociali sono relegati ai ruoli di clandestino, rifugiato, spacciatore, prostituta…
Per promuovere infatti la rappresentazione della società nella sua interezza, è necessaria la presa di coscienza del razzismo cinematografico, con la speranza che cambi dall’interno.
Fiamma Franchi