La dura repressione del diritto al dissenso nell’Egitto di al-Sisi

Alaa Abdel Fattah

Cambiano i regimi ma la repressione dei diritti umani in Egitto non allenta la sua presa su attivisti e difensori dei diritti umani. Alaa Abdel Fattah, tra i più noti attivisti egiziani resterà in carcere, nonostante domenica scorsa sia scaduta la sua condanna a 5 anni di reclusione.

Chi è Alaa Abdel Fattah

Alaa Abdel Fattah è un simbolo in Egitto e nel mondo. Impersonifica la volontà di giustizia, democrazia e responsabilità che una parte dei cittadini egiziani pretendono da anni da parte della politica.

È un cittadino egiziano ed inglese. È un uomo che la libertà la porta dentro, nonostante arrestino ripetutamente il suo corpo, la sua mente e la volontà di giustizia che muove la sua penna sono strumenti incontenibili.

Venne arrestato la prima volta nel 2006 per aver partecipato a pacifiche proteste in nome dell’indipendenza della magistratura nel paese.

Attivista e pioniere del dissenso digitale, grazie alle sue competenze informatiche aprì nel 2004, assieme alla moglie Manal Hassan, una finestra di dialogo e dissenso politico nell’Egitto di Hosni Mubarak, tramite un blog online. La sua attività di dissenso, assieme a quella di molti attivisti per la democrazia hanno composto l’humus politico per l’avvento della Primavera Araba in Egitto nel 2011, anno del suo secondo arresto.

L’accusa poi conclusa in un nulla di fatto fu quella di incitazione alla violenza contro le forze armate a seguito del massacro di Maspero.

In questa occasione, Alaa Abdel Fattah era tornato apposta nel suo paese natale dal Sud Africa per diventare una delle voci più rumorose di piazza Tahrir. La sua lotta, insieme a quella di milioni di egiziani aveva condotto il trentennale regime di Mubarak alla sua fine.

La rivoluzione portò al potere i Fratelli Mussulmani, tramite il governo di Mohamed Morsi, l’unico presidente eletto democraticamente in Egitto. Il suo mandato, infatti, duro solo un anno, prima di essere deposto dal colpo di stato di Abdul Fatah Khalil Al-Sisi, al tempo capo delle forze armate egiziane.

L’avvento al potere di al-Sisi e la repressione brutale del dissenso.

Durante i primi anni della dittatura di al-Sisi Alaa Abdel venne nuovamente incarcerato. Questa volta, nel 2014, l’arresto scatto a causa del suo impegno come attivista e dissidente, cosi come per il supporto e la sua partecipazione a proteste pacifiche. Più semplicemente Alaa Abdel venne punito per imporre una lezione a chiunque potesse aver scorto in lui un esempio da imitare.

La nuova accusa, sotto la nuova dittatura al-Sisi,  è costata all’attivista una condanna a cinque anni di prigione, poi tramutata in quindici anni, salvo essere stata ridotta nuovamente a cinque.

Dopo esser stato rilasciato nel 2019, sono passati pochi mesi prima che Ala Abdel fu nuovamente arrestato nel settembre dello stesso anno; questa volta la falsa accusa contro di lui e contro Mohamed Baker fu di terrorismo e diffusione di “fake news”.

Ala Abdel resta in carcera

La scorsa domenica si è concluso quest’ultimo periodo detentivo durato 5 lunghi anni. Una parte di questa condanna è stata scontata nel carcere di massima sicurezza di Tora, al Cairo.

Questa ennesima violazione dei diritti di Ala Abdel Fattah è frutto dell’uso arbitrario e strumentale al potere che la legge svolge in Egitto. I due anni di custodia cautelare in carcere, spesi in attesa di processo, non sono stati conteggiati, prolungando cosi a sette anni la pena complessiva. 

Questo prevede che la sua eventuale scarcerazione dovrebbe quindi avvenire nel 2027 e non più quest’anno come tutti si aspettavano. La madre Laila Soueif, attivista e studiosa ha l’amentato l’ennesimo abuso dello stato contro suo figlio, dichiarando che: “A questo punto lo considero un sequestro, oltre che una detenzione illegittima”.

Le sorelle Mona e Sanaa Seif, anch’esse note attiviste hanno condiviso l’esperienza del carcere come il fratello. Da anni cercano di sensibilizzare l’opinione pubblica occidentale e il governo britannico specialmente, verso gli abusi che il regime egiziano compie contro un suo cittadino.

David Lemmy, esponente del Partito Laburista, nei suoi anni all’opposizione ha sposato la causa di Alaa Abd al-Fattah. Oggi però, da quando il partito è formalmente al potere le sorelle dell’attivista lamentano che la politica inglese stia ignorando i diritti del fratello. Le loro richieste per una revisione dei consigli di viaggio rivolti ai turisti inglesi in visita in Egitto, così come i finanziamenti dal valore di 400 milioni all’anno elargiti dal governo britannico al Cairo ogni anno, non sono mai state considerate.

Sciopero della Fame

La lotta per i diritti in Egitto, per la liberazione di Alaa Abdel, così come per i numerosi prigionieri politivi egiziani passa spesso per lo sciopero della fame. Laila Soueif ha dichiarato di averne appena iniziato uno che durerà a oltranza per denunciare i crimini del governo egiziano contro suo figlio e il silenzio di quello britannico. Lo stesso Alaa Abdel ha più volte utilizzato questo metodo di protesta. Nel 2022, in occasione della Cop27 organizzata a Sharm el-Sheikh era persino arrivato a perdere i sensi dopo sette mesi di digiuno obbligando le autorità del carcere dove era detenuto a ricoverarlo per sottoporlo alla nutrizione assistita.

I suoi scritti

“Still, while refusing the idea of prison as metaphor, he is, throughout, preoccupied with the ways technically free people are nonetheless confined and entrapped—by black box algorithms and, more profoundly, by the way capitalist logics constrain imaginations, preventing contemporary movements from”

“Tuttavia, pur rifiutando l’idea della prigione come metafora, lui è costantemente preoccupato per i modi in cui le persone tecnicamente libere sono comunque confinate e intrappolate—dai meandri degli algoritmi e, più profondamente, dal modo in cui le logiche capitaliste limitano l’immaginazione, impedendo ai movimenti contemporanei di emanciparsi”

Attualmente la sua unica opera ad essere stata tradotta in italiano è: Non siete stati ancora sconfitti, mentre una lista dei suoi scritti in inglese comprende: Half an Hour with Khaled, Graffiti for Two, Everybody Knows e The Birth of a Brave New World.

Fabio Schembri

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