Attila Hildmann, 39 anni, torna a far parlare di sé. Questa volta sarebbe il principale indiziato nelle ricerche volte a trovare il responsabile degli sfregi alle opere berlinesi.
Il fatto
L’accaduto avrebbe avuto luogo sabato 3 ottobre, in occasione del trentesimo anniversario della Wiedervereinigung, la Riunificazione Tedesca.
Nonostante non sia la prima volta che questa zona della città viene violata, il settimanale tedesco Die Zeit ha definito questo episodio:
“Uno degli attacchi più clamorosi a opere d’arte e antichità della storia del dopoguerra tedesco”
Settanta opere antiche, già Patrimonio Unesco, sono state danneggiate per mezzo di un liquido a base oleosa, che ne rende pressoché impossibile il ripristino. Sarcofagi egizi, sculture di varia grandezza, tele ottocentesche e molto altro risultano definitivamente sfregiati.
L’attacco è avvenuto nella zona della cosiddetta Isola dei Musei, un insieme di cinque complessi museali edificati su una piccola isola del fiume Sprea, all’interno della città.
Tra i visitatori di quel giorno al Neues Museum, alla Alte Nationalgalerie e al Pergamonmuseum – rigorosamente tracciati dalle autorità – l’unico sospettato risulta proprio Attila Hildmann.
Chi è Attila Hildmann?
Chef vegano, autore di libri sul tema ed esponente della destra più estrema. Negli ultimi mesi ha utilizzato il proprio canale Telegram per negare più volte l’esistenza del Covid-19.
Tra agosto e settembre, il trentanovenne aveva pubblicato messaggi sul suo canale Telegram contro la cancelliera tedesca, Angela Merkel, responsabile – a detta sua – dello sfruttamento della pandemia da coronavirus al fine di “pianificare un genocidio globale”.
La cancelliera, appellata come “satanista”, sarebbe persino colpevole di essere a capo di un “regime sionista”. La sua abitazione nelle vicinanze dell’Isola dei Musei confermerebbe la sua natura demoniaca.
Il giovane, noto per il suo feroce antisemitismo, era già stato allontanato dal Neues Museum.
Nei mesi precedenti, infatti, aveva tenuto comizi di ogni genere sulle scale dinnanzi al complesso museale, al fine di divulgare svariate teorie complottiste.
L’allontanamento ne aveva scatenato la rabbia più profonda, come apertamente dimostrato da Hildmann sui suoi profili social.
Perché il Pergamonmuseum?
All’interno del Pergamonmuseum è conservata una ricostruzione dell’antico altare di Pergamon. Questa, agli occhi di Hildmann, risulterebbe “il centro dei satanisti globali e dei criminali del coronavirus”.
Fino ad oggi, l’indagine e i suoi sviluppi sono stati taciuti, senza un’apparente motivazione. Tuttavia, i sospetti si incentivano e si concretizzano se si prende in considerazione ciò che Hildmann ha condiviso pochi giorni dopo alludendo all’attacco ai musei:
“Fatto! È il trono di Baal”
Un messaggio che, alludendo a Satana, lascerebbe poco spazio alle libere interpretazioni. Tutto un gigantesco complotto globale, secondo Attila Hildmann, che prescelti come lui avrebbero il compito di smascherare.
Giorgia Battaglia