Attentato al mercatino natalizio di Magdeburgo: il colpevole più vicino all’estrema destra che all’Islam

Analisi affrettate hanno erroneamente attribuito l'attentato al fondamentalismo islamico, la realtà appare ben diversa

attentato al mercatino natalizio di Magdeburgo

A pochi minuti dall’attentato al mercatino natalizio di Magdeburgo, che ha ucciso quattro persone e ne ha ferito decine, i media italiani urlavano dei pericoli dell’Islam. Oggi si scopre che l’attentatore era molto più vicino all’estrema destra che alla religione.

L’attentato al mercatino natalizio di Magdeburgo

Ieri sera, una macchina è piombata a zig-zag sulla folla raccolta in un mercatino natalizio di Magdeburgo, capitale della regione Sassonia-Anhalt. Il bilancio per ora è di quattro morti, tra cui un bambino, e un numero imprecisato di feriti gravi.

Le ambulanze stavano ancora soccorrendo i feriti quando i media italiani hanno dato la notizia, esprimendo preoccupazione per la recrudescenza degli attentati terroristici di matrice islamica in Europa, cercando le cause nella recente destabilizzazione della Siria, negli attivisti pro Palestina e nell’immigrazione. Tuttavia, le notizie rilasciate sull’attentatore dipingono un quadro ben diverso.

Un attentatore “atipico”

Taleb Al Abdulmohsen è stato arrestato subito dopo l’attentato. È un medico di 50 anni specializzato in psichiatria, regolarmente assunto in una clinica privata non distante dal luogo dell’attentato, in cui, ironia della sorte, sono stati trasferiti numerosi feriti. Taleb Al Abdulmohsen è originario dell’Arabia Saudita ed è arrivato in Germania nel 2006.



Nel 2016 aveva ricevuto lo status di rifugiato a causa delle minacce di morte subite per essersi allontanato dall’Islam. Secondo il giornale tedesco Der Spiegel, l’uomo è un attivista anti-Islam, vicino all’estrema destra tedesca e grande fan di Elon Musk, Alex Jones e Tommy Robinson (cospirazionisti e influencer dell’estrema destra americana e britannica).

Sui suoi social network esprimeva preoccupazione per un’eccessiva “islamizzazione” della Germania e dell’Europa, accusava la polizia di perseguitare lui e gli altri critici dell’Islam, criticava l’immigrazione e appoggiava il partito di estrema destra AfD. La stessa Arabia Saudita aveva avvertito le autorità tedesche delle sue idee estremiste. Insomma, non esattamente il profilo che ci si aspetterebbe da un attentatore islamico. Nonostante questo, le estreme destre continuano a strumentalizzate l’attacco per diffondere odio. Musk ha postato sul suo social network una richiesta di dimissioni per Scholz, definendolo «idiota incompetente».

I rischi delle analisi affrettate

Purtroppo, la prima impressione è spesso quella destinata a rimanere nella memoria, come dimostrato da innumerevoli studi sulla comunicazione. Dare una notizia sensibile come questa, coi tempi ultrarapidi di Internet, porta a semplificazioni che incoraggiano stereotipi e pregiudizi. La memoria degli attentati terroristici è viva negli Europei e ogni sua sollecitazione dovrebbe essere valutata con etica e professionalità. Tra le molte persone che hanno assistito alle terribili immagini della macchina che travolge la folla, rimarrà quella prematura e incorretta interpretazione che lega l’attentato al mercatino natalizio di Magdeburgo all’estremismo religioso islamico.

Le verifiche, che richiedono tempo e mal si adattano alla velocità di un certo giornalismo da scoop competitivo, hanno mostrato una realtà completamente diversa, inaspettata. Ci vorrà ancora del tempo prima di sapere il vero movente di Taleb Al Abdulmohsen, ma quello che è certo è che non possa trattarsi di un movente religioso, almeno non nel senso attribuitogli negli istanti appena successivi all’attentato.

Una trasmissione televisiva italiana ha dato la notizia praticamente in diretta, attraverso un conduttore dall’espressione contrita che narrava di tradizioni europee minacciate, di pericoli ormai imprevedibili, perché i terroristi non si imbottiscono più di esplosivo ma prendono una macchina e la dirigono verso folle inermi al grido di «Allah akbar». La narrazione era quella ben nota a tutti, ma la velocità con cui è stata fatta, come se si trattasse della più banale delle ovvietà, è stata preoccupante.

Solo pochi mesi fa, la diffusione di informazioni false nei momenti appena successivi a un crimine violento, ha scatenato rivolte in tutto il Regno Unito, mettendo in pericolo la comunità musulmana. Oggi, il ritratto di Taleb Al Abdulmohsen restituito da testate giornalistiche più professionali, dipinge un quadro opposto rispetto a quello mostrato ieri.

Il bisogno di scoop, di arrivare primi a una notizia, non dovrebbe avere priorità sulle considerazioni etiche. Le rettifiche non hanno il potere di imprimersi nella memoria come le breaking news. Nel dare le notizie si dovrebbe avere più considerazione dei rischi corsi dalla comunità interessate. Togliere dalla mente degli spettatori quella connessione sarà difficile, forse impossibile. In un periodo di forte polarizzazione politica e sociale, come quello che stiamo attraversando, la cautela dovrebbe essere ancora maggiore.

Gli effetti dell’attentato al mercatino natalizio di Magdeburgo sulle prossime elezioni

Qualsiasi realtà si dipanerà nei prossimi giorni, è certo che le istituzioni tedesche ne usciranno danneggiate, proprio in prossimità delle elezioni. Non è la prima volta che un attentato terroristico arriva a poche settimane da appuntamenti elettorali cruciali. È successo anche per i precedenti attentati in Vestfalia e a Mannheim e anche questa volta ci si domanda se l’attacco al mercatino natalizio di Magdeburgo potrà aumentare i consensi dei partiti populisti ed estremisti.

Sara Pierri

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