72 persone, in maggioranza donne e bambini sono state uccise in un parco pubblico di Lahore, in Pakistan. Un Kamikaze si è fatto esplodere vicino alle altalene in mezzo alla folla cristiana che festeggiava la Pasqua. Sono state usate sfere metalliche nell’esplosivo per aumentare l’effetto letale. 300 feriti, tranquilli nessun italiano. Solo 72 semplici persone, bambini e genitori che festeggiavano in un parco, proprio come facciamo noi la domenica. Ma allora mi domando, perché non ci sentiamo toccati da tutto ciò? Perché se li ci fosse stato anche solo un italiano facebook si sarebbe riempito di link sulla solidarietà di stati pieni di rabbia verso questi uomini che uccidono in nome di un Dio.
Perché non siete arrabbiati per quella gente che attentati del genere li vive ogni giorno. Perché non ci pensate che quelle persone non avranno più una vita, e che chi è sopravvissuto preferirebbe morire anziché vivere così uscendo di casa (per chi ancora ha la fortuna di averla) e avere davanti agli occhi corpi di persone smembrati in pozze di sangue, genitori che implorano il proprio Dio tenendo in braccio il figlio morto, bambini che a loro volta piangono i genitori morti davanti ai loro occhi. E noi, seduti davanti ai bar, pronunciamo la frase che personalmente odio più al mondo: “ma questi stranieri, tornassero a casa loro invece di stare qua a rubare il lavoro a noi! “ .
Questa è la solidarietà che diamo, questo è l’aiuto, un puro e vergognoso egoismo, verso persone che (fidatevi) preferirebbero mille volte restare “ a casa loro” come ci stiamo noi. Ho molte volte paragonato questo avvenimento ad un giardino: immaginate un giardino pieno di fiori colorati, che tutti noi desideriamo, bene, ogni fiore con il suo colore aiuta a rendere il giardino stupendo. Tutti amano i giardini colorati, ma nessuno ama condividere con persone di altre culture o altre religioni un fiore. Sappiamo tutti che quando un fiore viene sradicato dalla propria terra muore, per noi vale lo stesso, chi sale su un gommone e rischia la vita è perché non ha più niente da perdere, perché dentro è già morto, e noi chi siamo per giudicarli, che ne sappiamo noi della loro vita, delle loro sofferenze e dei loro sogni. Nessuno vuole lasciare la propria terra, e se lo fa è solo per disperazione.
Il mio è un appello a tutti gli italiani di non vedere la tragedia solo dove vi si trova sfortunatamente un connazionale, la tragedia per i paesi che la vivono, è tutti i giorni. La rabbia che avete manifestato negli attentati di Parigi e di Bruxelles dovete manifestarla anche negli attentati che coinvolgono paesi colpiti dalle guerre, siamo uguali nella nostra splendida diversità è un dovere morale aiutare chi ne ha bisogno, e fidatevi anche un minimo di solidarietà riuscirebbe a farli sorridere, perché noi non abbiamo la minima idea di quello che loro vivono ogni istante delle loro eterne giornate . Possiamo solo aiutarli. E a chi pensa che siano solo dei parassiti voglio dire che non hanno occhi abbastanza umani da riuscire a vedere lo splendore di una di quelle persone quando rinasce, quando da quel viso ormai prosciugato dalle lacrime spunta un sorriso che sale dritto dall’anima, perché loro ne hanno ancora una.
Usate ogni mezzo che potete per aiutare, aprite la mente e non giudicate!