L’attacco in Burkina Faso, avvenuto il 24 agosto a Barsalogho, un villaggio nel centro-nord del paese, ha sconvolto l’intera popolazione e il corpo politico, evidenziando la grave crisi di sicurezza che continua a imperversare nella regione. Un gruppo armato, probabilmente legato al jihadismo, ha assalito civili e militari, causando centinaia di vittime e feriti: si contano almeno 200 morti e più di 300 feriti. Questo episodio è solo l’ultimo di una serie di violenze, portate avanti da gruppi jihadisti e affiliati, che stanno devastando il Burkina Faso e i paesi limitrofi, lasciando la popolazione in un costante stato di paura e insicurezza.
Strage nel Centro-Nord del Burkina Faso
Il 24 agosto, il villaggio di Barsalogho nel centro-nord del Burkina Faso è stato teatro di un attacco brutale che ha causato la morte di almeno 200 persone e il ferimento di oltre 300. L’attacco in Burkina Faso sarebbe stato un progetto di un gruppo armato organizzato, presumibilmente affiliato al gruppo jihadista JNIM – Jama’at Nusrat al-Islam wal-Muslimin -, che ha assalito civili e soldati intenti a scavare trincee difensive contro l’avanzata dei gruppi jihadisti. L’attacco, durato diverse ore, ha lasciato una scia di devastazione e orrore nella regione.
Non è però un caso che la tragedia si sia consumata in questa regione: Barsalogho e la vicina città di Kaya sono due punti strategici, oltre che scenari di profondi conflitti in quanto sedi dei combattenti JNIM. Proprio lo stesso gruppo armato, a seguito dell’attacco in Burkina Faso, continua ad avanzare nel territorio dell’Africa occidentale.
Come pubblicato da al-Jazeera, è possibile che molte vittime civili siano state attaccate volontariamente anche perché considerate, dal gruppo jihadista, dei nemici. In ogni caso, per prevenire l’attacco di queste ultime ore, le autorità del paese hanno chiesto all’intera popolazione di trovare rifugi e aiutare a scavare delle trincee, al fine di proteggersi.
La risposta del Governo all’attacco in Burkina Faso
In seguito all’attacco in Burkina Faso, le autorità burkinabè hanno dichiarato che i feriti, molti dei quali in gravi condizioni, sono stati trasferiti negli ospedali di Kaya e Ouagadougou, la capitale del paese. La strage ha riportato alla ribalta la questione delle brigate di autodifesa cittadina, che, nonostante fossero state create per proteggere la popolazione, sembrano aver reso i civili ancora più vulnerabili. Dopo l’attacco in Burkina Faso, i combattenti del JNIM hanno pubblicato sui loro social di riferimento tutte le loro vittime, riprendendo i corpi di giovani uomini, donne e bambini.
Il contesto regionale della costante minaccia jihadista
Il Burkina Faso, insieme al vicino Mali, sta affrontando una crescente instabilità a causa delle attività di gruppi ribelli e jihadisti, che si incontrano e scontrando in una costante minaccia per la popolazione locale. Nonostante gli sforzi per migliorare la sicurezza, vaste aree del territorio continuano a vivere in uno stato di perenne insicurezza. La strage di Barsalogho di poche ore fa è solo l’ultimo episodio di una lunga serie di attacchi che hanno scosso la regione.
Oltre al Burkina Faso, anche il Mali, altro paese colpito dalla violenza jihadista, ha visto recentemente un’escalation di tensioni con i ribelli tuareg. Gli scontri e le operazioni militari in entrambe le nazioni evidenziano l’incapacità dei governi di garantire la sicurezza dei loro cittadini, nonostante il crescente coinvolgimento di forze militari esterne, inclusa la cooperazione con la Russia.
Con la situazione che continua a deteriorarsi e una popolazione sempre più spaventata, sia il Burkina Faso che il Mali si trovano a fronteggiare sfide immense nel tentativo di ristabilire l’ordine e la sicurezza nei loro territori. Ciò che si sa fino all’attacco in Burkina Faso è che le autorità burkinabè hanno promesso una risposta dura agli attacchi, ma la strada verso la pace e la stabilità sembra ancora lontana.