Solo lunedì scorso abbiamo diffuso la notizia dell’attacco hacker alle reti del Parlamento inglese. L’attacco sembra non fermarsi arrivando a coinvolgere strutture con particolare livello di sensibilità come la centrale nucleare Chernobyl.
Petya, il virus informatico si sta diffondendo a macchia d’olio in tutta Europa, passando per la Gran Bretagna e persino la centrale nucleare di Chernobyl, dove sono andati “parzialmente fuori uso” i sistemi che monitorano i livelli di radiazione. Secondo l’Agenzia nazionale per la gestione della zona contaminata, i sistemi interni tecnici della centrale “funzionano regolarmente” e invece sono “parzialmente fuori uso” quelli che monitorano “i livelli di radiazione”. Il sito della centrale elettrica è inoltre inaccessibile. Secondo l’agenzia statale per la gestione della zona di esclusione di Cernobyl, “tutti i sistemi tecnologici della centrale funzionano normalmente”, ma “a causa della disconnessione temporanea del sistema Windows il monitoraggio delle radiazioni nella zona industriale si svolge in modo manuale”. “Il sistema automatico di controllo delle radiazioni nella zona di contaminazione funziona normalmente”, sottolinea l’ente pubblico ucraino. Il virus, evidenzia si sta ora diffondendo anche in Gran Bretagna, Francia e in Asia. Numerose primarie aziende mondiali finite nel mirino finora, tra cui Mars, Nivea, il colosso britannico della pubblicità Wpp, il produttore siderurgico russo Evraz, la ditta francese di distribuzione di materiali per l’edilizia Saint Gobain e la compagnia alimentare Mondelez International.