Attacco fascista nelle scuole romane distrugge l’idea che il fascismo sia un’ideologia ormai scomparsa dimostrando che i neofascisti vivono e si nutrono di quotidianità tangibile.
Dalla parte dei ‘buoni’
Il recente attacco fascista nelle scuole romane fa riflettere nuovamente su una realtà che si crede lontana, ma è davvero così?
Nei cuori dei nostalgici il fascismo ha lasciato un bel ricordo. Per quanto sia difficile comprendere quale sia esattamente chi è di questa idea, spesso sente il bisogno di creare quel contrasto tipico delle favole. Diventa necessario differenziare i ‘bravi’ fascisti dai ‘cattivi’ nazisti.
“Quando c’era lui i treni arrivavano in orario” perché “il fascismo ha fatto anche cose buone”, nel 2023 impara anche a disegnare e si improvvisa artista. Lo può confermare Fulvio Pellini, studente di 18 anni, che in un ambiente protetto quale dovrebbe essere la scuola ha visto comparire il suo nome accanto a una croce celtica e al disegno di un impiccato.
“Fulvio attento”
Nell’ultimo periodo le scuole romane sono state messe sotto assedio dai neofascisti. Parliamo in particolare del liceo Righi che, in accordo con il Macchiavelli e il Virgilio, ha organizzato sit in per contrastare il fascismo e il nazismo. Si è trattato di una manifestazione pacifica in cui gli studenti si sono limitati a restare seduti, mostrare striscioni e urlare slogan. A una provocazione intellettuale è seguita, però, una risposta violenta con tanto di minaccia a uno degli studenti.
La sua colpa? Quella di essere rappresentate e attivista del Collettivo Ludus e di aver preso parte alla manifestazione. Tutto questo non è piaciuto ai militanti di Casa Pound e al Blocco studentesco, i quali hanno vandalizzato le pareti con scritte inneggianti al fascismo e al nazismo. È in questo modo che sul muro del liceo Righi, in cui ogni giorno Fulvio si reca a studiare, è comparso il suo nome accanto a una croce celtica e al disegno stilizzato di un impiccato, a completare il tutto la scritta “Fulvio attento”.
Attacco fascista nelle scuole romane
Dovremmo chiederci in che modo stiano crescendo i giovani se in seguito a un attacco prettamente mentale, a cui potrebbe seguire una risposta analoga, ci sente legittimati a utilizzare la forza.
Il fascismo non è scomparso e non è inutile parlarne ancora lo dicono i ragazzi che lo disprezzano e anche chi si preoccupa di portarlo avanti. Sulla questione ormai non ci sono dubbi, risulta quindi inutile focalizzare il dibattito su questo.
Sarebbe necessario risalire alla radice, comprendere come mai gruppi di fanatici si sentano tranquilli nel minacciare gli studenti a scuola, il luogo che i giovani a quell’età vedono quasi con maggiore frequenza rispetto alla propria casa. Scavando ancora più in profondità si potrebbe anche comprendere da quale luogo hanno origine le stesse idee che negli anni Venti hanno dato potere a Mussolini. Meglio ancora bisognerebbe capire come mai ci sono ancora adulti che, presumibilmente conoscendo la storia passata, crescono comunque figli con ideali distruttivi.
Fascismo e social
Come in seguito a qualsiasi evento destabilizzante Fulvio Pellini ha visto riunirsi intorno a lui gli studenti che dal vivo e sui social hanno dimostrato solidarietà al ragazzo. La preside del Righi ha assicurato che i muri verranno ripuliti anche se si tratta di un evento che sicuramente lascerà un’impronta psicologica nei ragazzi dell’istituto.
Dopo aver denunciato il fatto con un post su Instagram e aver parlato con le autorità lo studente minacciato ha anche indicato dei possibili sospettati. Si tratterebbe dei ragazzi facenti parte del Blocco studentesco che a dire di Fulvio avrebbero un canale Telegram in cui portano avanti la propria propaganda invocando la rivoluzione.
Pellini parla, inoltre, di come i ragazzi neofascisti si mostrino come vittime della situazione avanzando l’accusa secondo cui i giornalisti si sarebbero posti sempre in favore degli studenti di sinistra.
Provocazione a tratti veritiera, in ogni discussione è giusto ascoltare e dare visibilità a entrambe le parti, è vero, eppure vi è un’importante clausola: è dovere delle parti essere aperte al dialogo ripudiando le forme di violenza. Laddove vi è prevaricazione e imposizione della forza risulta difficile, se non impossibile, creare un contatto anche volendo.
Così, mentre le scritte inneggianti a Hitler e le svastiche compaiono anche al liceo Tasso, la speranza sarebbe quella di comprendere, crescere e aiutare chi fin da così giovane vede nella violenza la risposta.