Atletica, morta per eutanasia la campionessa paralimpica Marieke Vervoort

Eutanasia Marieke Vervoort

Marieke Vervoort era una campionessa paralimpica. Nel 2012, ai Giochi di Londra, aveva vinto la medaglia d’oro nei 100 metri in carrozzina. Ma quella malattia muscolare neurodegenerativa che l’aveva colpita all’età di 14 anni, paralizzandole le gambe e causandole dolori atroci e attacchi epilettici le rendeva ormai la vita insostenibile. Per questo, la quarantenne belga ha deciso di porre fine alle proprie sofferenze.

 

RICORSO ALL’EUTANASIA

In Belgio l’eutanasia è una pratica legale, e così la Vervoort ha messo in atto la sua volontà. Un proposito ufficializzato addirittura nel 2008, quando aveva firmato i documenti necessari, e annunciato al mondo tre anni fa, durante i Giochi Olimpici di Rio con queste parole:

Mi sto ancora godendo ogni momento. Quando avrò più giorni brutti che buoni, allora ho già pronti i miei documenti di eutanasia, ma il tempo non è ancora arrivato.

Che quella sarebbe stata la sua ultima competizione, l’atleta belga lo sapeva già. Ma proprio lo sport le ha dato, nel corso degli anni, la forza di lottare e andare avanti, nonostante tutte le difficoltà.




QUATTRO MEDAGLIE OLIMPICHE

Prima di dedicarsi all’atletica, Marieke Vervoort ha infatti praticato basket in carrozzina, nuoto e triathlon. Nel suo palmares figurano quattro medaglie olimpiche. Le prime due furono conquistate a Londra, dove all’oro nei 100 metri si aggiunse l’argento nella distanza doppia. Le altre due, un argento e un bronzo, erano invece arrivate rispettivamente nei 400 e nei 100 metri a Rio, tutte nella categoria T52, riservata agli atleti con danni al midollo spinale e nessuna funzionalità delle gambe. Sempre in Brasile aveva rivelato come proprio la possibilità di accedere alla morte assistita le avesse dato il coraggio per continuare a vivere:

Vivere con così tanto dolore e sofferenza e questa insicurezza, giorno dopo giorno, è molto difficile. Se non avessi ottenuto quei documenti, penso che mi sarei già suicidata. Sapere di avere quella possibilità, mi dà una sensazione di pace.

Agli allori a cinque cerchi vanno aggiunti anche i tre titoli mondiali, conquistati nel 2015 a Doha, dove aveva fatto filotto aggiudicandosi 100, 200 e 400 metri.

 

DINO CARDARELLI

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