Atalanta: c’era una squadra che 32 anni fa fece sfracelli in Europa e c’è ancora

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Trentadue anni fa, ci fu una squadra che pur essendo in serie B, arrivò in semifinale di una prestigiosa coppa internazionale. Era l’Atalanta, che siccome era andata in finale di coppa Italia col Napoli destinato alla Coppa dei Campioni, pur perdendo aveva preso il posto in quella che si chiamava Coppa delle Coppe.




Era l’Atalanta di Mondonico, detto il Mondo. Un uomo di calcio bravo, competente e buono. Un cuore come pochi nella vita col pallone tra i piedi. I due attaccanti erano due onesti pedatori, Cantarutti e Garlini, ma si ritagliarono un sogno. Eliminarono lo Sporting Lisbona che non era proprio Il Carrapipi a quei tempi e uscirono solo perché sconfitti in semifinale dai futuri vincitori.
Ti rendi conto del tempo che passa, quando ai ricordi di un’Atalanta in Coppa delle Coppe, sovrapponi le emozioni di una squadra che in Champions League asfalta il Valencia. E oggi come allora, la squadra non è un miracolo, ma il frutto della sapienza di ricostruire una squadra da giocatori su cui non scommetteva nessuno.
Zapata vagava nelle praterie dell’eterno incompiuto, Ilicic era a corrente alternata. Giocava a volte da genio a volte in maniera irritante. Nel suo destino c’era la Sampdoria, stava andando a firmare, Gasperini lo chiamò a Bergamo e lui disse “mister, se c’è lei io vengo”. Si erano conosciuti a Palermo, nell’anno peggiore come allenatore proprio di Gasperini. Ilicic che odia il fantacalcio e il riscaldamento prima della partita. Gasperini stesso era a un passo dalla Roma, temendo che il suo periodo a Bergamo fosse finito. Ma che.
E che dire degli altri? Gollini, il portiere, che faceva la riserva, una volta entrato non ha più mollato i pali. Toloi, che era stato scartato dalla Roma, a Bergamo comanda la difesa. Pasalic che doveva andare al Catania, poi non rimase al Milan e ora è devastante. E a proposito di Catania, che dire del Papu Gomez, partito da lì, carriera tranquilla e lineare, fino all’arrivo a Bergamo dove è diventato un leader che spacca le partite. Hateboer, che quando gli dissero che lo cercava l’Inter pensò a uno scherzo e rise in faccia a suo padre. De Roon, Castagne, Freuler, Gosens. Quando furono presi da squadre non proprio di primo piano, al direttore sportivo fu chiesto da più parti: “ma chi hai preso? Chi sono?”. Per la cronaca: ora Gosens è uno dei difensori che ha segnato di più nei maggiori campionati e Hateboer a San Siro ha fatto una doppietta in nerazzurro. Ma non con l’Inter. Con l’Atalanta.
C’era una squadra trentadue anni fa che fece sfracelli in Europa, me la ricordo. Oh. Ma guarda che coincidenza, c’è ancora.
Ettore Zanca
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