L’asteroide più grande del Sistema Solare: primato di Cerere a rischio?

cerere

Arriva notizia dal Southwest Research Institute che da qualche parte nel Sistema Solare dovrebbe esserci un asteroide molto grande ancora sconosciuto.
L’asteroide più grande del Sistema Solare interno finora conosciuto è Cerere (lo vedete in foto), il più grande corpo della fascia tra Marte e Giove, che ha un diametro di più di 900 km.
Secondo lo studio pubblicato su Nature Astronomy il corpo di cui si sta parlando potrebbe essere di dimensioni paragonabili o persino superarle di poco.
Forse vi stare chiedendo “ma che diavolo vuol dire da qualche parte c’ è un grande asteroide ancora non scoperto? L’avranno visto per dire che esiste o se lo sono sognato?”.
No non l’hanno visto ma non se lo sono sognato, tutto nasce dallo studio di un frammento di meteorite caduto sulla Terra, in Sudan il 7 ottobre 2008.
Il meteorite in questione è stato denominato Almahata Sitta. Tra l’altro si trattò del primo meteorite scoperto prima che cadesse, fu scoperto il giorno precedente l’impatto e ne fu immediatamente calcolata la traiettoria.



Per strano che possa sembrare a noi profani di mineralogia gli scienziati sono in grado a partire dall’analisi di un piccolo frammento di un meteorite di capire a che tipo di corpo parente appartiene, perché sanno in che tipo di ambiente possono formarsi certi minerali.
Il punto è che il team di scienziati guidati dalla dottoressa Vicky Hamilton ha trovato sul piccolo frammento a disposizione anfiboli (gruppo di minerali comuni delle rocce magmatiche e metamorfiche) che indicavano una permanenza per lungo tempo in ambiente acquoso a pressioni e temperature medie su un corpo principale da cui l’asteroide si staccò, che deve avere dimensioni tra le 400 e le 1100 miglia di diametro.
Ancora più interessante dell’eventuale record di asteroide più grande: sulla Terra abbiamo una grossa collezione di meteoriti del tipo condriti carbonacei, ma solo su due di essi abbiamo trovato anfiboli, però le sonde  Hayabusa2 e OSIRIS-REx visitando gli asteroidi Ryugu e Bennu hanno raccontato che gli ambienti acquosi dovrebbero essere più comuni di quanto i meteoriti sulla Terra raccontino. Probabilmente molti elementi su questi frammenti che si staccano da corpi più grandi non sopravvivono al processo di distacco dal corpo genitore o al passaggio nell’atmosfera terrestre.
In conclusione là fuori ci dovrebbero essere molti tipi di condriti carbonacei e di varie dimensioni e la nostra collezione di meteoriti raccolti sulla Terra non ce ne darebbe un quadro esaustivo.

Roberto Todini

Exit mobile version