Associazioni no profit in ginocchio: la manovra finanziaria raddoppia le tasse al terzo settore

Associazioni no profit ultima voce

L’Ires per le associazioni di volontariato raddoppia e passa al 24%

Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi…” Il famoso passaggio della canzone di Lucio Battisti ricorda l’atteggiamento del Governo nei confronti del terzo settore e del tanto discusso raddoppio dell’Ires.

Non accadeva dal 1973 che un Governo, che fosse di destra o di sinistra, inserisse un aumento di tassazione per gli enti no profit.

Sarà invece la legge di bilancio del 2018 a portare un significativo aumento nella tassazione delle associazioni di volontariato e non solo.

Ma il Ministro Di Maio che, come parte integrante del Governo, porta in Aula la manovra finanziaria è lo stesso che ha dichiarato che questa misura va ripensata.

Non subito però. Tra un po’.  Al primo provvedimento utile. Adesso ci sono altre priorità: reddito di cittadinanza e quota 100.

Su questi punti è in gioco la credibilità del governo “gialloverde“: il resto può attendere.




Acceso dibattito in Parlamento sulla misura contro il terzo settore

Si volevano punire le associazioni che hanno fatto del finto volontariato, ma così si rischia di fare di tutta l’erba un fascio, soprattutto in considerazione del fatto che il mondo dell’associazionismo da anni sostituisce lo Stato in tanti ambiti, rappresentando talvolta per le fasce più deboli della popolazione l’unica alternativa possibile.

Intanto però il raddoppio ci sarà ed il terzo settore sbarca al centro dell’acceso dibattito politico che proprio in queste ore si sta consumando nell’Aula di Montecitorio.

Ma se il raddoppio della tassazione era sbagliato perché non è stato modificato prima? La possibilità esisteva.
La norma poteva essere corretta in commissione.  Nessun emendamento invece è stato recepito in una manovra che, arrivata in fretta e furia alla scadenza dei tempi utili, presumibilmente vedrà la sua attuazione attraverso il voto di fiducia.

A gennaio previsto correttivo della norma: ma i fondi dove si troveranno?

Ma parliamo di quattrocentotrentaquattro milioni in tre anni. Questo è l’importo che dovrebbe entrare nelle casse dello Stato dall’aumento di tassazione in questione.
Ce lo chiede l’Europa o ce lo chiede il reddito di cittadinanza? E soprattutto se, come è stato detto, a gennaio bisognerà rivedere questa decisione come e dove si troveranno fondi alternativi per coprire la somma che oggi il maxiemendamento si porta a casa?

Intanto, a causa di una delle tante tasse assurde italiane, sono 6.220 le associazioni no profit a rischio per le quali questo raddoppio delle tasse potrebbe non essere sostenibile.

 

Federica Nobilio

Exit mobile version