L’Assemblea Generale dei Pride d’Europa del 2021 si terrà a Torino.
È di pochi giorni fa la vittoria del capoluogo piemontese su Lisbona, che ha stabilito in Italia la sede della prossima Assemblea Generale dei Pride d’Europa.
Si tratta della più grande assemblea annuale del network internazionale, essa riunisce le principali realtà europee e organizza gli EuroPride.
Giziana Vetrano, coordinatrice del Torino Pride, e l’attivista LGBT+ Alessandro Battaglia – che ha coordinato la candidatura – hanno dichiarato che considerano quella torinese una vittoria per tutti coloro che si battono per una società più giusta ed equa.
Oltre a Battaglia, a sostenere la città piemontese domenica 4 ottobre c’erano Silvia Magino e il direttore generale dell’Unar, Triantafillos Loukarelis, insieme alla sindaca di Torino Chiara Appendino.
Un altro riconoscimento in termini di lotta per i diritti di tutte e tutti di cui andiamo particolarmente orgogliosi. Siamo stati la prima Città in Italia, abbiamo avuto il coraggio di farlo. Quelle firme sono tra i momenti di questa esperienza da Sindaca che porterò nel cuore tutta la vita.
Così ha scritto la Sindaca in un post sui social, esultando per la vittoria.
La candidatura torinese, che ha ricevuto il 64% dei voti, era supportata poi anche dalle principali associazioni Pride, comprese Milano e Roma.
L’EPOA (European Pride Organisers Association) è nata a Londra nel 1991, ad opera degli organizzatori dei Pride di Londra, Berlino ed Amsterdam. Il gruppo nel corso degli anni ha organizzato la conferenza annuale nelle più prestigiose città e capitali europee. Essa è giunta a raccogliere le adesioni di oltre 90 organizzazioni attive in più di 30 paesi UE.
La sindaca Chiara Appendino ha colto l’occasione per citare la tanto discussa legge contro l’omotransfobia:
Ospitare l’Assemblea Generale di EPOA vuol dire anche mettere una nuova luce su Torino a cui guarderà tutta l’Europa. E, lo spero fortemente, sarà un’ulteriore spinta affinché la legislazione in tal senso proceda il prima possibile, a iniziare dalla legge contro l’omotransfobia e la misoginia che verrà discussa a breve alla Camera.
Che l’Italia stia davvero iniziando ad essere un Paese più accogliente?
Mariarosaria Clemente