La guerra in Siria si intensifica con nuovi scontri e alleanze che trasformano il Paese in un mosaico di interessi contrapposti. Le avanzate jihadiste e l’assedio di Aleppo, il conflitto tra esercito siriano e forze curde, e le interferenze di potenze regionali e internazionali alimentano un panorama di instabilità, aggravato da una devastante crisi umanitaria. Tra attacchi aerei e rivalità geopolitiche, il destino di milioni di civili rimane appeso a un filo.
Una guerra sempre più affollata
La Siria continua a essere teatro di scontri intensi e multiformi, con nuovi attori che complicano ulteriormente il quadro, specialmente durante l’ultimo assedio di Aleppo. Nella provincia della città, l’attacco a sorpresa di Hay’at Tahrir al Sham (HTS), fazione jihadista appoggiata dalla Turchia, ha scatenato una serie di reazioni a catena.
Le forze governative, sostenute dall’aviazione russa, cercano di contrastare l’avanzata dei jihadisti verso Hama, nel centro del Paese, mentre nell’est di Deir Ezzor l’esercito siriano si scontra con le Forze Democratiche Siriane (SDF) a guida curda. Contestualmente, attacchi aerei non identificati, probabilmente statunitensi o israeliani, hanno preso di mira milizie irachene filo-iraniane, nel tentativo di bloccare i rifornimenti destinati al regime di Assad.
La pressione su Assad e l’interferenza di attori esterni
Israele ha intensificato le sue operazioni, colpendo in Libano e in Siria, mentre il Libano stesso, con Hezbollah, ha dovuto ritirare parte dei suoi combattenti a causa delle tensioni con Tel Aviv. In parallelo, la Turchia sfrutta l’incertezza dell’assedio di Aleppo per rafforzare la propria posizione contro i curdi e ottenere concessioni territoriali dal governo siriano.
Recep Tayyip Erdogan sembra determinato a utilizzare le milizie jihadiste come strumento di pressione, mentre la Russia, alleata di Assad, chiede di fermare le offensive e riprendere i negoziati trilaterali con Iran e Turchia, come avvenuto in passato ad Astana.
Il fronte orientale e la questione curda
Nel governatorato di Deir Ezzor, sette villaggi lungo l’Eufrate sono diventati il centro di scontri tra l’esercito siriano e le SDF. I curdi accusano Damasco di non proteggere adeguatamente queste aree dalle incursioni dell’ISIS e rivendicano il diritto di difendere le comunità locali.
Questo conflitto interno aggrava le già tese relazioni tra il regime e l’autonomia curda nel nord della Siria, una regione che la Turchia considera una minaccia diretta. Ankara, con il supporto delle sue milizie, mira a eliminare qualsiasi aspirazione curda di autogoverno, anche approfittando dell’approccio meno interventista dell’amministrazione americana.
Combattenti e resistenti curdi vengono costantemente accerchiati e attaccati: molti sono i morti, ancora di più i feriti durante le invasioni nei territori curdi, mentre le donne delle Ypj vengono rapite e trascinate dentro ai camion dell’Esercito nazionale siriano.
La crisi umanitaria e il dramma dei civili
Gli effetti dell’assedio di Aleppo e il conflitto sono devastanti per i civili: la popolazione soffre la mancanza di beni essenziali come pane e carburante. Migliaia di curdi sono stati costretti a fuggire dai distretti di Sheikh Maqsoud e Tel Rifaat, sotto il fuoco incrociato delle offensive jihadiste e degli attacchi aerei. Anche le città di Idlib e Tabqa stanno affrontando una crisi umanitaria senza precedenti, aggravata dalla distruzione di ospedali e infrastrutture vitali.
L’equilibrio geopolitico e le sfide future
La guerra in Siria rimane un intricato campo di battaglia geopolitico, in cui attori regionali e internazionali perseguono interessi contrastanti. Mentre gli Stati Uniti cercano di limitare l’influenza iraniana e proteggere i loro alleati curdi, la Russia punta a consolidare il regime di Assad come fulcro della sua presenza strategica in Medio Oriente. Nel frattempo, la Turchia mira a ridisegnare i confini siriani a suo favore, stroncando ogni possibile autonomia curda. L’Iran, preoccupato per le perdite subite dalle sue milizie alleate, valuta se intensificare il proprio coinvolgimento diretto, rischiando però di scatenare una reazione di Israele.
Il conflitto siriano e l’attuale assedio di Aleppo, lungi dall’avviarsi verso una soluzione, si complica ulteriormente con l’ingresso di nuovi attori e il rafforzamento di vecchi antagonismi. Ogni offensiva, tregua infranta o accordo negoziato ridefinisce un equilibrio precario, lasciando dietro di sé una scia di distruzione e sofferenza per milioni di persone. La speranza di una pace duratura sembra ancora lontana, oscurata dalle ambizioni contrapposte di potenze globali e regionali.
Intanto, migliaia di sfollati curdi aspettano il seguito dei loro destini: alcuni aspettano di scappare in altri villaggi, ma molte vie sono bloccate, come quella a Shebah. Non si sa nulla di ciò che accadrà, solo che il popolo curdo è ora nelle mani delle Sna e della loro alleanza con la Turchia, il primo nemico giurato del Kurdistan.