Agiamo nell’ombra per servire la luce… SIAMO ASSASSINI
Tempo fa, mi recai al cinema per vedere Assassin’s Creed. Devo dire la verità: il grande logo della Ubisoft che campeggiava all’inizio del film, segnalando che la grande multinazionale francese ne era il produttore, mi ha dato subito una sensazione di calma e tranquillità.
Il film parte velocemente, facendo scorrere scene sulla vita del protagonista e cominciando subito a gettarti nell’azione. A parte l’introduzione (che, a mio avviso, avrebbe dovuto essere più eloquente), il protagonista si ritrova, suo malgrado, a servire l’Abstergo grazie ai suoi ricordi genetici che permetteranno alla società templare di recuperare il famigerato “Frutto dell’Eden”. Non voglio continuare oltre, altrimenti potrei spoilerare, ma vorrei trarre le mie conclusioni da gamer appassionato di questa saga fin dalla sua prima apparizione nel lontano 2007.
Credo che l’errore del regista (di cui non ho mai sentito parlare prima d’ora, un certo Justin Kurzel) sia stato quello di traslare la saga videoludica al film, senza nessuna modifica importante. Il risultato che ne viene fuori è che il film subisce moltissimi momenti morti (che non dovrebbero esserci per un film di questo calibro e con quella meravigliosa trama).
Purtroppo, traslare semplicemente quello che si vede nel videogioco in un film è molto rischioso ed Assassin’s Creed ne è il fulgido esempio: sappiamo tutti (almeno i gamers) che durante un gioco ci sono molte “Cut Scene”, in cui il giocatore può riprendere fiato, magari dopo una dura missione, e godersi l’evolversi della storia grazie ai suoi progressi fatti nel gioco. Lo stesso metodo non funziona nei film: le continue interruzioni della sincronizzazione del personaggio con l’Animus danno vita ad alcuni momenti noiosi (che francamente si potevano risparmiare) e spezzano ripetutamente l’adrenalina che il film dovrebbe elargire in quantità agli spettatori paganti.
Come dicevo prima, un film non è un gioco e se si spezza in questo modo rischioso il consecutio-temporale delle cose, si rischia di annoiare il pubblico, tanto più che il film non è stato girato solo per i gamers o gli appassionati della saga. Se vi mettete nei panni di qualcuno che non ha mai giocato ad Assassin’s Creed e non ne ha mai sentito parlare, ma è andato al cinema per vederlo, vi renderete conto che si fa molta fatica a star dietro a questo progetto cinematografico.
Per il resto, niente da eccepire: scenografie spettacolari, buona la recitazione degli attori e ottima la trama (manco a dirlo, parliamo di Assassin’s Creed). Credo che sia un buon punto per ripartire con il seguito che, sicuramente, vedremo al cinema molto presto. Insomma, da spettatore bello ma non troppo. Da gamer, assolutamente da rivedere.
Antonio “Parzival” Venezia