È stata assassinata in Colombia la leader indigena María Bernarda Juajibioy.
Viaggiava in moto sulla strada del Cabildo, nel villaggio di La Esmeralda, a Orito. La meta era El Placer, nel comune di Valle del Guamuez. Lungo il cammino un gruppo di uomini armati ha bloccato la moto. Questi hanno aperto il fuoco, uccidendo la donna e la sua nipotina di un anno e mezzo. Così è stata assassinata in Colombia la leader indigena. María era sindaca del Resguardo del Cabildo Kamentsá Biya, che fa parte delle 15 popolazioni indigene del dipartimento di Putumayo.
L’ONIC, Organizzazione Nazionale Indigena della Colombia, ha condannato il gesto, chiedendo che si indaghi sull’accaduto.
Ci stanno sterminando davanti al silenzio complice del governo di Iván Duque.
Questa la conclusione dell’intervento dei rappresentanti dell’organizzazione, che hanno sottolineato come le donne indigene siano le guardiane della sopravvivenza dei loro popoli.
Anche la Ozip, l’organizzazione indigena locale di Putumayo, ha esternato la propria solidarietà con i familiari della donna assassinata e con la tribù Kamentsá.
Dichiariamo davanti alla comunità nazionale ed internazionale un’allerta per l’integrità e la protezione delle donne, i bambini e le bambine che appartengono ai villaggi indigeni del dipartimento di Putumayo. Reiteriamo la nostra preoccupazione e la nostra indignazione davanti a questi atti di sterminio fisico e culturale che aumentano di giorno in giorno.
Questo il comunicato diffuso dall’Organizzazione. I portavoce hanno sottolineato la maggiore gravità del fatto in seguito alle recenti tavole rotonde tra i rappresentanti del Governo e quelli locali, evidentemente infruttuose.
Lo Stato colombiano è il responsabile della violenza che gli indigeni continuano a subire. Questo almeno in base a quanto afferma l’Ozip. Esso infatti si sottrae al proprio dovere legale di garante dei diritti umani, tanto quanto al ruolo di protezione degli indigeni attraverso l’attuazione di sentenze e disposizioni legali.
La Ong colombiana Indepaz ha stilato una statistica, secondo la quale María Bernarda Juajibioy è già la ventunesima assassinata nel 2021 tra attivisti sociali e difensori dei diritti umani.
Mariarosaria Clemente