Di Otello Marcacci
Tempo fa ho conosciuto una bella persona, dentro e fuori. Pulita, con sani principi. Una persona solida che non mentirebbe mai nemmeno se da una sweet lie (piccola menzogna innocente) potrebbe trarre vantaggi personali incredibili. Insomma una di quelle che incontri e ringrazi il cielo che ne esistano ancora così in giro per il mondo. Lavora alla BCE. Che di per sé non vuol dire niente. Insomma una bella persona può essere anche un benzinaio, ma se ne incontri una che lavora alla BCE aumenta il suo valore perché nel mio immaginario là dentro non ce ne sono tante, ecco.
E’ che io, però, ho un carattere bizzarro. Mi piace stuzzicare la gente. Quando mi prende la vis polemica non faccio sconti a nessuno. Nemmeno alle belle persone. Anzi peggio. Poiché riconosco che sono migliori di me devo trovare il modo di mostrare che almeno nell’arte di fare arrabbiare la gente sono imbattibile. E così succede che gli lascio scegliere l’argomento sulle quali vogliono discutere e persino da che parte del tavolo sedersi e dopo, non importa quale scelgano, io prendo sempre quella contraria.
Il vero problema è che, se mi impegno, lo str*nzo lo so fare da Dio. Conosco la retorica greca e sono cresciuto a pane e sofismo avendo ben chiaro che tutto è difendibile e, di contro, tutto è attaccabile.
Per farla breve diciamo che in quei giorni scoppiò il caso Assange.
Chi è l’uomo e cosa ha fatto oramai tutti quanti lo sanno. Per molti è il nuovo Messia che è stato mandato da Dio per smascherare il gioco dei potenti che se ne fottono di quelli che stanno in fondo alla filiera, mentre per altri invece un megalomane che si è lasciato prendere dalla voglia di popolarità e che per cercare di assicurarsi un posto nei libri di scuola ha messo in serio pericolo tutte le democrazie occidentali nonché la vita dei loro agenti segreti che lavorano sotto copertura.
La persona a cui accennavo apparteneva al primo gruppo e quindi, necessariamente, scelsi di diventare uno del secondo. Così, solo per il gusto di farla arrabbiare. A far incavolare le brutte persone sono buoni tutti, provate a farlo con una bella e poi mi dite.
E così ho cercato di demolire il mito Assange con tutta una serie di elucubrazioni cervellotiche aiutate anche dal film che nel frattempo era uscito che lo descriveva come un povero maniaco psicotico. Il fatto che gli inglesi abbiano trovato il modo di leccare il deretano agli americani accusandolo assieme agli svedesi di un azione talmente orrenda (stupro di una donna) da risultare anche poco verosimile mi aiutò nell’impresa.
In questi giorni mi è tornato alla mente tutto questo perché la campagna presidenziale americana ha messo in mostra due candidati che, dal mio super humble punto di vista, sono entrambi a dir poco miserabili. Su Trump si è già detto tutto. Oramai però gli hanno ficcato un palo su per il didietro e per quanto continui a strillare e a sbraitare forzato dagli eventi, prima o poi dovrà fare i conti con la montagna di sterco che gli è stata rovesciata addosso e conviverci maledicendo l’idea di aver tentato una scalata alla vetta del mondo usando solo armi berlusconiane di distruzione di massa (noi italiani siamo grandi esportatori di filosofie politiche e dopo l’imperialismo romano e il fascismo adesso il berlusconismo).
Il vero punto però è che, la prima donna della storia che diventerà con tutta probabilità Presidente della Nazione più importante del mondo, nel migliore dei casi è una persona di discutibile moralità e di un cinismo politico pari a quello di un qualsiasi ometto mediocre. L’emailgate che l’ha vista coinvolta è solo uno degli aspetti. Quello riguarda l’uso di un server privato per le comunicazioni di lavoro che avrebbe causato grossi rischi al governo americano dato che ce n’erano anche alcune classificate top secret che la signora ha cercato in modo truffaldino di far derubricare.
Ciò che Wikileaks ha portato alla luce va molto oltre questa storiella sulla quale si discute in questi giorni. Julian Assange (trattato come un criminale assoluto dall’establishment yankee) ha tenuto (sta tenendo?) sotto scacco Hillary e da tempo ha cominciato a far trapelare uno stillicidio di informazioni su di lei nel tentativo evidente di azzopparla. E ci sarebbe riuscito sicuramente se dall’altra parte della barricata la moglie di Bill non avesse trovato un personaggio folle che mette, se possibile, più paura di lei.
Le informazioni che Wikileaks ha fatto avere al mondo tuttavia hanno dimostrato in modo inoppugnabile la bassezza di una donna che potrebbe essere la protagonista principale di una serie come House of cards. La differenza è che stiamo parlando di vita reale e non di fiction televisiva. Esempi ce ne sono a bizzeffe: Assange ha svelato alla vigilia della Convention di Philadelphia di come il partito democratico avesse scandalosamente aiutato la Clinton a scapito del competitor Sanders. Poi ha mostrato i discorsi tenuti da Hillary ai dirigenti di grandi banche di affari e industriali nei quali lei sostiene di avere posizioni private diverse da quelle pubbliche e di favorire commerci e confini aperti. In uno di questi ridicolizza persino Berlusconi (descrivendolo come uno che si è messo a piangere di fronte a lei per le indiscrezioni di Assange su cosa pensasse il suo grande alleato americano, di lui). E lei ridendo ha ammesso di avergli mentito, come ha fatto con tutti gli altri leader alleati solo perché le conveniva farlo. Infine sono state tirate fuori mail nelle quali lo staff della Clinton parla di extra terrestri e del pianeta Nibiru. Secondo i cospirazionisti si starebbe facendo di tutto per nascondere la sua presenza al fine di evitare caos e panico tra la popolazione mondiale. L’orbita di questo pianeta di grosse dimensioni (dove vivrebbe anche un civiltà progredita) si starebbe avvicinando alla Terra e questo fatto creerebbe terremoti e disastri naturali e il cambiamento climatico di cui si sta discutendo in queste settimane.
Che cosa voglio dire allora?
Solo che tutto questo basta per avere il terrore che una persona come la Clinton possa avere in mano la valigetta nucleare che potrebbe mettere fine alla nostra civiltà.
Se non avessi avuto le informazioni che Assange ha fatto avere al mondo probabilmente sarei qua a tifare spudoratamente per lei.
Ora, poiché io pago sempre i miei debiti, è giusto che adesso rintracci e chieda scusa a quel vecchio amico. Perché aldilà delle convinzioni etiche sulla diffusione dei dati sensibili difendere Assange è un dovere di tutti coloro che hanno a cuore l’idea di libertà. Esiste una manipolazione incredibile sui media e sull’informazione che tutti i governi del mondo (ma gli occidentali di più) attuano in maniera oramai sistematica. Dopo l’11 settembre si sono accettate limitazioni delle libertà pensando che esse avrebbero portato più sicurezze. Dal Patriot act americano alle misure interne nel nostro Paese. La paura del terrorismo sembra essere il bau-bau e viene ancora oggi utilizzata per controllare e reprimere la libera informazione arrivando persino a richiedere l’autocensura dei giornalisti di inchiesta quando essi arrivano troppo vicini alla verità.
La società sta cambiando, cambiano gli strumenti la tecnologia e la sensazione che stia mutando anche l’ordine geopolitico e che ci stiamo avvicinando a una società trasversale di orwelliana memoria è forte. Non ci sono altre spiegazioni per cui si tace sempre e comunque su tutta la marea di informazioni che Wikileaks ha fornito. Si minimizza, non se ne parla, ci si ride. I telegiornali intervistano esponenti farseschi dei partiti politici che parlano come pappagalli di fuffa ma nessuno che affronta i temi veri venuti alla luce. Negli approfondimenti culturali le prove di Assange non sono mai nemmeno sfiorate come se ci fosse qualcuno che l’ha vietato esplicitamente.
Oggi i governi (compreso il nostro) prendono decisioni importantissime tenendo all’oscuro gli elettori perché ritengono che non siano in grado ne di comprendere ne di poterne sopportare le conseguenze. Il principio di Wikileaks è invece il contrario. I cittadini devono sapere. Sempre e comunque.
Ed è per questo che non importa se si è di destra o di sinistra ma Assange va sempre e comunque difeso. Oggi più che mai.
Spero tanto che dal diciassettesimo piano del palazzo della BCE dove si gode di una delle più belle viste sul mondo, il mio amico sappia che adesso so che aveva ragione lui. Come sempre del resto. Questo è per te. Te lo dovevo.