Assalto al Parlamento del Kenya: 8 morti a Nairobi

assalto al parlamento del Kenya, a Nairobi

Oggi a Nairobi, la capitale del Kenya, si sono verificati violenti scontri in seguito a una massiccia manifestazione di protesta contro la nuova legge finanziaria appena approvata. Le proteste si sono trasformate in uno spontaneo assalto al Parlamento del Kenya. Migliaia di manifestanti sono riusciti a sfondare le barriere della polizia, assaltando l’edificio parlamentare e appiccando incendi. Le tensioni sono culminate con un bilancio tragico di vittime – circa otto tra i manifestanti – e feriti, in un contesto di crescente malcontento popolare dovuto alla difficile situazione economica del paese.

Scontri violenti e vittime durante l’assalto al Parlamento del Kenya

Oggi a Nairobi, capitale del Kenya, migliaia di manifestanti hanno assaltato il palazzo del Parlamento in segno di protesta contro la nuova legge finanziaria appena approvata. Durante l’assalto al Parlamento del Kenya, i dimostranti sono riusciti a penetrare all’interno dell’edificio, dove si sono registrati incendi e scontri. Le immagini del quotidiano “Daily Nation” mostrano parti del Parlamento in fiamme, con danni estesi anche al municipio e ad altri edifici cittadini. Secondo le prime ricostruzioni, ci sarebbero almeno otto vittime tra i manifestanti.

Il quotidiano locale ha inoltre informato che, oltre all’assalto al Parlamento del Kenya, i manifestanti avrebbero dato alle fiamme anche la sede del municipio della capitale e la sede del partito UDA – United Democratic Alliance. Le richieste dei manifestanti sono quelle di “chiudere il parlamento e che ogni deputato si dimetta”. Il culmine della protesta è attualmente in corso, a causa della nuova legge finanziaria, approvata nella giornata di oggi 25 giungo, che impone nuove tasse.

L’assalto e le vittime

Durante l’assalto al Parlamento del Kenya, la polizia ha aperto il fuoco sui manifestanti nel tentativo di disperdere la folla, ma senza successo. Secondo fonti locali, i morti accertati sarebbero almeno otto, con decine di feriti. Un giornalista della Reuters ha contato i corpi di almeno cinque manifestanti fuori dal Parlamento, mentre un paramedico ha confermato che più di 50 persone sono state ferite da colpi di arma da fuoco. La protesta è degenerata in violenza quando i gas lacrimogeni e gli idranti non sono riusciti a contenere la folla.

La legge finanziaria controversa

La controversa legge finanziaria 2024, presentata dal governo di William Ruto, è stata approvata con 195 voti favorevoli e 106 contrari. L’opposizione aveva ritirato i suoi emendamenti, definendo il processo un “esercizio inutile”. La legge introduce nuove tasse, tra cui un’imposta del 25% sull’olio vegetale e un’accisa aggiuntiva sui carburanti. Tuttavia, l’imposta sul pane, precedentemente pari a zero, ha scatenato la maggiore rabbia tra la popolazione.



Sebbene il governo avesse annunciato il ritiro della maggior parte delle misure il 18 giugno, i manifestanti chiedevano l’eliminazione totale del testo, denunciando il tentativo del governo di compensare il ritiro di alcune tasse con altre, come l’aumento del 50% dell’imposta sul carburante.

Il Kenya è teatro di proteste e tensioni già da un anno ormai, a causa delle eccessive tasse e del carovita che è stato introdotto dal Presidente William Ruto, membro e leader dell’UDA. Dopo un anno, la situazione non è minimamente cambiata e ha sempre di più trovato un’escalation di tensioni tra il partito dominante e i civili.

Anche per quanto riguarda queste ultime proteste, prima dell’assalto al Parlamento del Kenya, migliaia di manifestanti – perlopiù giovani – si erano riuniti nelle strade e nelle piazze, chiedendo un confronto con le istituzioni. Il Presidente, in un’esternazione, si era detto disponibile ad una conversazione e ad un “lavoro come nazione”, ma dopo pochissime ore le proteste non hanno lasciato spazio più a nessun dialogo. 

Il movimento di protesta e le ragioni storiche

Il movimento di protesta è guidato principalmente da giovani e giovanissimi kenioti. Il movimento si è poi ampliato, includendo una vasta gamma di oppositori delle politiche del presidente William Ruto. Tante sono state le forme di protesta all’interno dello stato kenyota: manifestazioni più pacifiche rispetto a quella nella capitale si sono svolte anche in città come Mombasa, Kisumu ed Eldoret, che sono considerate roccaforti dell’opposizione. Nonostante la forte disapprovazione e il malcontento nei confronti del presidente Ruto, lo stesso si è detto ancora disponibile a dialogare con i giovani e ad ascoltare le loro proposte.

Il motivo della violenta escalation che ha condotto all’assalto al Parlamento del Kenya è da rintracciare nella profonda e lunga crisi che lo Stato sta sopportando da anni ormai. Kenya sta affrontando gravi difficoltà economiche, aggravate da recenti alluvioni e un’inflazione annua del 5,1%. Il tasso di disoccupazione giovanile è particolarmente elevato, attestandosi al 67% tra i giovani di età compresa tra 15 e 34 anni, che costituiscono il 35% della popolazione. Il governo sostiene che le nuove tasse siano necessarie per dare al Paese, fortemente indebitato, un margine di manovra finanziaria.

Le previsioni e le condanne prima dell’assalto al Parlamento del Kenya

Le previsioni di potenziali proteste erano state fatte: Amnesty International Kenya, ad esempio, aveva in precedenza avvertito del rischio di un’escalation della violenza, sottolineando il diffuso malcontento della popolazione. Anche la Commissione keniota per i diritti umani ha accusato le autorità di rapimenti di attivisti, mentre la portavoce della polizia non ha commentato queste accuse. Il progetto di bilancio deve essere votato in Parlamento entro il 30 giugno, con il governo che sostiene l’importanza delle nuove tasse per la stabilità economica del Kenya.

Con il recentissimo assalto al Parlamento del Kenya, la situazione a Nairobi e in tutto lo stato africano resta tesa, con la popolazione che continua a manifestare il proprio dissenso contro le misure economiche del governo, mentre le autorità cercano di mantenere l’ordine pubblico. Tanta è la preoccupazione riguardo le conseguenze per il benessere sociale del paese, che potrebbe influenzare gli altri paesi africani.

Lucrezia Agliani

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