Una delle problematiche più al centro, negli ultimi anni, dell’agenda mediatica e politica è quella della denatalità, problema complesso che annovera, tra le radici, anche l’inadeguatezza dei servizi all’infanzia.
Le cose, però, sembrano essere destinate a cambiare, almeno per quanto riguarda gli asili nido, fondamentali per la gestione domestica di molte famiglie dopo l’inizio dell’esperienza della genitorialità.
Il nuovo piano per gli asili nido prevede bandi per un totale di 90 milioni di euro e rappresenta un’importante iniziativa per migliorare le infrastrutture per l’infanzia.
Naturalmente, l’assegnazione di questi appalti avverrà secondo i canoni burocratici previsti dalla legge, tra cui il possesso dell’attestazione SOA.
Questa certificazione deve essere in linea con le specifiche categorie di lavori previsti e con le classifiche che valutano la capacità economica dell’azienda (al riguardo segnaliamo che è possibile approfondire le categorie e le classifiche SOA in questo articolo di soasemplice.it) così da garantire che i progetti vengano realizzati da imprese con competenze tecniche e solidità finanziaria.
Vediamo qualcosa di più in merito a questi bandi.
Bandi per gli asili nido: più posti e interventi sulle infrastrutture
Si sta parlando, in questi giorni, di asili nido e di soluzioni che potrebbero migliorare notevolmente le peculiarità di queste strutture grazie ad alcuni bandi che sono stati pubblicati nei mesi scorsi da Invitalia.
Complessivamente 25, hanno messo a disposizione 90 milioni di euro inclusi nel PNRR. L’ultimo tra questi piani è stato reso pubblico, alla fine dello scorso maggio, dal Ministero dell’Istruzione e del Merito e ha diversi scopi, dall’aumento dei posti alla generale ottimizzazione dell’offerta educativa.
Quest’ultimo piano, che prevede fondi per oltre 734 milioni di euro, si contraddistingue altresì per una ripartizione tra varie realtà urbane. Si tratta di preciso di 1868 Comuni e di 14 città metropolitane.
Tra i Comuni che hanno avuto la possibilità di partecipare è possibile chiamare in causa quelli rispondenti ai criteri inclusi negli allegati 3 e 4 del DM 79/2024. Inoltre, hanno partecipato pure le tipologie di Comuni non annoverate nell’allegato 4. Ecco quali sono:
- Comuni in cui la popolazione di bambini nella fascia 0 – 2 risultava pari, secondo i dati ISTAT del 2021, a meno di 60 unità.
- Comuni che, contestualmente al criterio sopra menzionato, presentano una copertura dei servizi per l’infanzia dedicati all’età 0 – 2 anni inferiore al 33%.
- Comuni che hanno partecipato, insieme con altri limitrofi anch’essi non inclusi nell’allegato 4, al bando in convenzione o in forma aggregata.
Nell’ambito di questo piano, si parla anche, con costi unitari a posto, di costruzione di nuovi asili e di riconversione di immobili già esistenti. Nel primo caso, si parla di 24000 euro a posto. Nel secondo, invece, di 24000.
I tempi di adesione a questo bando si sono chiusi lo scorso 30 maggio.
Interventi ammessi ed esclusi
Per quanto riguarda gli interventi ammessi e quelli esclusi, è possibile chiamare in causa, come già detto, quelli finalizzati alla costruzione di nuovi asili nido e alla riconversione di edifici già esistenti non destinati al suddetto servizio alla prima infanzia.
Non sono finanziabili tramite il piano interventi di implementazione della sicurezza degli edifici che ospitano asili nido già attivi.
Gli interventi eseguiti, inoltre, devono rispettare le normative tecniche i settore. Se possibile, le strutture dedicate agli asili nido devono essere al piano terra.
In tutti gli edifici coinvolti negli interventi, è necessario garantire l’accessibilità alla struttura e ai servizi da parte dei soggetti con disabilità.
I dettagli sul piano Invitalia
Tornando con il focus sul piano Invitalia, ricordiamo che è finalizzato in maniera specifica alla realizzazione di 85 nuovi asili nido, che sorgeranno in 11 Regioni.
In questo caso, la scadenza per la presentazione delle offerte è arrivata lo scorso 6 agosto.