L’ascesa dell’India di Modi nella competizione con la Cina

L'ascesa dell'India

C’è chi parla dell’India come di una “nuova Cina” e chi è più cauto nell’azzardare simili paragoni, ma le tensioni di una competizione crescente tra i due giganti asiatici sono sempre più evidenti con l’ascesa dell’India sul piano internazionale. La rielezione di Narendra Modi alla guida del Paese per il terzo mandato consecutivo avviene in un contesto in cui le relazioni tra i due vicini continuano a essere critiche, dopo essere precipitate negli ultimi anni a causa dei ripetuti scontri al confine.

I due territori su cui entrambi rivendicano la propria sovranità sono l’Aksai Chin (all’interno del Kashmir) e l’Arunachal Pradesh (a nord-est dell’India), a intervalli di tempo teatri di escalation di violenze tra le due parti. Dopo che nel 2020 gli attriti sono sfociati in scontri violenti che hanno causato la morte di diversi soldati sia cinesi che indiani, i due Paesi hanno fatto fatica a ripristinare dei buoni rapporti di vicinato. Ma all’indomani della rielezione di Modi entrambi sostengono di voler impegnarsi per un’effettiva distensione delle relazioni bilaterali e una possibile risoluzione delle controversie riguardo la linea di confine.

La competizione per la leadership del Sud Globale

Sia per la Cina che per l’India la possibile escalation di violenze provocherebbe un aumento di instabilità dell’area minando gli interessi di entrambi i governi, che negli ultimi anni si sono spesi per ritagliarsi un ruolo affidabile e stabile all’interno dell’arena internazionale e si contendono le vesti di leader della regione agli occhi del mondo.

Se Pechino ha dalla sua parte la supremazia economica, Nuova Delhi può vantare un assetto politico più in linea con quello delle grandi potenze occidentali: nonostante le marcate tendenze autoritarie di Narendra Modi, infatti, a livello formale l’India resta la più grande democrazia del mondo. Questo status ha contribuito a rafforzare la sua posizione internazionale, in quanto le ha permesso di proporsi come alternativa allettante rispetto all’autoritario avversario cinese.

L’ascesa dell’India e il suo posizionamento

Anche l’aumento di investimenti diretti esteri è collegato alla prospettiva di una maggiore stabilità geopolitica della prima rispetto alla seconda, considerate le frequenti frizioni nei rapporti tra Cina e partner occidentali, Stati Uniti in testa. Frizioni, tra l’altro, che hanno senz’altro contribuito alla rapida ascesa dell’India come possibile nuova guida del cosiddetto Sud Globale.

Il Paese di Modi si posiziona infatti tra i partner americani che maggiormente possono controbilanciare l’avanzamento della Cina: uno dei successi riconosciuti a Modi è stato quello di aver ottenuto in più occasioni il supporto degli Stati Uniti pur intessendo pubblicamente fitte relazioni con Paesi suoi nemici, come la Russia, e rifiutando di sottomettersi alle regole imposte dall’ordine mondiale dominato dall’Occidente.

L’India si è impegnata in questioni globali come la lotta al cambiamento climatico, ma proponendo soluzioni tese a favorire gli interessi dei Paesi del Sud Globale e contrastare l’egemonia occidentale. Modi è riuscito a mantenere una politica estera assertiva, senza che questa sia sfociata in tensioni con le principali potenze mondiali, al contrario del caso cinese.

Il delicato equilibrio tra politica interna ed estera

Ma la sfida lanciata a Pechino rischia di essere ostacolata da alcune questioni interne, se non verranno affrontate da Modi durante questo suo terzo mandato. La rapida crescita del Paese e l’ascesa a livello internazionale possono essere complesse da gestire, se non si affronta l’altra faccia della medaglia: disoccupazione, inflazione e aumento delle disuguaglianze hanno accompagnato la crescita economica indiana degli ultimi anni, minacciando sempre più la stabilità futura del Paese. La competizione economica sarà sicuramente un tema fondamentale ma non l’unico, dato che come abbiamo visto il confronto si giocherà su più fronti. La sfida più grande per entrambi sarà bilanciare interessi interni ed esterni, a partire dalle questioni al confine sopracitate.

Rapporti sempre più difficili

Il terzo mandato di Modi si apre dunque con la necessità di una distensione dei rapporti bilaterali tra i due giganti asiatici: se però da un lato è stato avanzato un debole tentativo in questa direzione, dall’altro le due parti non accennano a interrompere la cosiddetta “guerra dei nomi” tramite cui stanno rinominando diverse località nei territori contesi, rafforzando le rispettive rivendicazioni territoriali. La prospettiva più verosimile è dunque secondo molti quella di un aumento della rivalità e degli attriti tra i due Paesi, che nutrono aspirazioni simili seppur con approcci molto diversi, e il cui confronto ha caratterizzato e continuerà a caratterizzare le dinamiche regionali in quello che è stato definito il “secolo dell’Asia”.

Clementina Udine

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