Arturo Toscanini e l’Inno delle Nazioni: antifascismo in musica

1943, Seconda Guerra Mondiale. Cinque mesi dopo la caduta del fascismo e tre dopo l’armistizio di Cassibile, l’Ufficio per l’informazione di guerra degli Stati Uniti (OWI) decide di realizzare un film propagandistico per il pubblico italiano. I protagonisti sono il celebre direttore d’orchestra Arturo Toscanini e l’Inno delle Nazioni di Giuseppe Verdi.

Il Maestro Arturo Toscanini

Arturo Toscanini nasce a Parma il 25 marzo 1867. Figlio di una coppia di sarti dalle simpatie garibaldine, fin da piccolo si rivela in possesso di un’eccezionale memoria, qualità che colpisce la sua maestra di scuola. È proprio lei a consigliare ai genitori di iscrivere il piccolo Arturo al conservatorio di Parma, dove si diploma come violoncellista.

Arturo Toscanini e l'Inno delle Nazioni
Arturo Toscanini nel 1908.

La sua carriera come direttore d’orchestra comincia il 30 giugno 1886. Il diciannovenne Toscanini, in tournée a Rio de Janeiro con una compagnia operistica, sostituisce il direttore Carlo Superti (contestato dal pubblico) nella conduzione dell’Aida e, chiuso lo spartito, dirige l’opera a memoria.

Il maestro Arturo Toscanini fa carriera: nel 1898 è direttore d’orchestra al Teatro alla Scala di Milano e dal 1908 dirige al Metropolitan di New York. Le innovazioni da lui apportate in campo operistico, la sua mania di perfezionismo, il suo talento e la formidabile memoria lo rendono celebre in tutto il mondo.

Toscanini tra fascismo e antifascismo

La vita di Arturo Toscanini si complica con l’avvento del regime fascista. Di idee socialiste, in un primo momento Toscanini aderisce al fascismo: alle elezioni del 1919 è tra i candidati dei Fasci di Combattimento. Il movimento fascista delle origini ha una vaga tendenza al socialismo: il suo fondatore, Benito Mussolini, è un ex socialista. Lo scivolamento a destra, tuttavia, diventa ben presto evidente e Toscanini prende dichiaratamente le distanze dal fascismo ben prima della marcia su Roma del 1922.

Solo il prestigio e la fama internazionale proteggono il maestro Toscanini dall’ostilità dei fascisti. Questo, almeno, fino al 14 maggio 1931, dopo un concerto al Teatro Comunale di Bologna. Dopo essersi rifiutato di far eseguire all’orchestra Giovinezza (inno del fascismo) e la Marcia reale (inno del Regno d’Italia) al cospetto di Leandro Arpinati, Galeazzo Ciano ed altri gerarchi, Arturo Toscanini viene aggredito da un gruppo di fascisti mentre è di ritorno al suo albergo. La notte stessa egli invia un  telegramma al Duce:

Iersera mentre colla mia famiglia mi recavo al teatro Comunale di Bologna […] venni aggredito, ingiuriato e colpito replicatamente al viso da una masnada inqualificabile […] Non pienamente soddisfatta di ciò, la masnada […] si recò minacciosa sotto le finestre dell’Hotel Brun, dove io abitavo, emettendo ogni sorta di contumelie e minacce contro di me, non solo, ma uno dei suoi capi per tramite del M° Respighi m’ingiungeva di lasciare la città entro le sei antimeridiane, non garantendo in caso contrario la mia incolumità […]

Ossequi,

Arturo Toscanini

(Telegramma della notte del 15 maggio 1931, fonte: H. Sachs, Musica e regime. Compositori, cantanti, direttori d’orchestra e la politica culturale fascista, Il Saggiatore, Milano 1995, p. 281)

Da quel momento Toscanini abbandona l’Italia fascista. Continua a dirigere in Europa e negli Stati Uniti dove, ormai settantunenne, si ritira definitivamente nel 1938.

Arturo Toscanini e l’Inno delle Nazioni

Toscanini manifesta il suo dissenso anche dopo aver lasciato l’Italia. Non dirige più in Germania dopo l’ascesa al potere di Hitler, né in Austria dopo l’annessione al Terzo Reich nel 1938. Si esibisce invece in Svizzera, tra gli esuli antifascisti.

Sono proprio l’antifascismo e la fama di Toscanini che, nel 1943, spingono l’OWI a coinvolgere il maestro nella realizzazione di un filmato propagandistico. Compito della pellicola è quello di celebrare il ruolo dell’antifascismo e degli esuli antifascisti. Si tratta, inoltre, del primo documento filmico in cui è possibile vedere il maestro dirigere un’orchestra.

I brani eseguiti nel film non sono casuali. Il documento si apre con l’energica ouverture della Forza del Destino, melodramma di Giuseppe Verdi. Più avanti, si ricostruisce il momento dell’annuncio della caduta del fascismo e la reazione di Toscanini:

Arturo Toscanini had an answer already; and his answer is music: Giuseppe Verdi’s Hymn of the Nations, music not for Italy alone but for all the Nations united in freedom. (Arturo Toscanini aveva già una risposta; e la sua risposta è la musica: l’Inno delle Nazioni di Giuseppe Verdi, musica non solo per l’Italia ma per tutte le Nazioni unite nella libertà)

L’Inno delle Nazioni è una cantata composta da Verdi su testo di Arrigo Boito nel 1862 in occasione dell’Esposizione Universale di Londra. Il testo celebra le lodi di Dio, che ha posto fine alle guerre e ha reso “Fratelli in Arte” i popoli un tempo nemici. Si ringraziano poi Inghilterra e Francia, le nazioni alleate del giovane Regno d’Italia. Sottofondo di queste strofe sono God Save The Queen, la Marsigliese e il Canto degli Italiani. È la musica a stessa a rappresentare la fratellanza fra i popoli.

Nel 1943, Arturo Toscanini e l’Inno delle Nazioni sono simboli importanti per la propaganda statunitense: il primo è un celebre direttore d’orchestra ed esule antifascista, il secondo è un richiamo alla pace fra i popoli.

Copertina della partitura per il coro dell’Inno delle Nazioni (1862).

Non è la prima volta che il maestro dirige l’Inno delle Nazioni. Lo aveva già fatto il 26 luglio 1915, durante la Prima Guerra Mondiale, poco tempo dopo l’annuncio della partecipazione dell’Italia. In quell’occasione Toscanini, influenzato dalle idee risorgimentali e convinto della necessità di unificare definitivamente la Nazione italiana, decide di contribuire allo sforzo bellico organizzando un grande concerto all’Arena di Milano. Si eseguono esclusivamente opere di Giuseppe Verdi (il musicista del Risorgimento), compreso l’Inno delle Nazioni. La serata è un grande successo: gli spettatori sono più di centomila.

Nel concerto del 1915 le opere di Verdi servono a rafforzare il legame con la retorica patriottica risorgimentale. Nel 1943, invece, l’esecuzione dell’Inno delle Nazioni acquista un nuovo significato.

Toscanini modifica il testo e la musica dell’Inno delle Nazioni. Nel primo, definisce l’Italia non più patria mia beata, ma patria mia tradita. Nella seconda, per celebrare rispettivamente Stati Uniti e Unione Sovietica, aggiunge The Star – Spangled Banner e l’Internazionale. Quest’ultima viene rimossa dalla pellicola durante gli anni della guerra fredda.

Il risultato è un’esecuzione estremamente potente ed evocativa, dove risuona chiaramente un messaggio di speranza dal sapore un po’ amaro:

Oh Italia, o patria mia tradita, che il cielo benigno ti sia propizio ancora, fino a quel dì che libera tu al sole risorga!

Rachele Colasanti

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