L’accaduto ricorda uno dei tristi episodi degli anni Venti, ma in realtà manifesta nella sua totalità, il sentimento di odio che a velocità crescente sta invadendo i nostri quartieri, le nostre città e l’Italia tutta. Oggi. Il primo giorno del 2020.
L’uomo che vedete in foto è l’ex deputato di Articolo 1 Arturo Scotto. E stanotte, a Venezia, mentre festeggiava il Capodanno assieme alla moglie Elsa Bertholet, è stato massacrato di botte da vigliacchi squadristi che fanno del branco la loro unica forza. Tutto è successo mentre gli stessi vigliacchi gridavano inneggiando al Duce.
La colpa di Arturo Scotto? Non è solo quella di essere un conosciuto esponente della sinistra, ma quella di essere un uomo dotato di grande coraggio. Perché dopo aver sentito cantare i neo-fascisti “Anna Frank sei finita nel forno”, non è rimasto indifferente. I valori che caratterizzano un uomo che dalla parte dei vigliacchi non ci finirà mai sono usciti fuori.
Arturo non si è voltato dall’altra parte, non è rimasto insensibile. Arturo è intervenuto a difesa di un ricordo che sta diventando sempre più sbiadito, che, come una flebile fiamma si sta spegnendo.
Il coraggio di Arturo Scotto non può passare inosservato, deve contribuire a rinvigorire quella flebile fiammella.
A cadere a terra, davanti agli occhi della moglie, non è stato solo Arturo. Arturo si è rialzato e andrà avanti più forte di prima, ma per fronteggiare il livore che infesta le nostre città, occorre il contributo di ognuno di noi, non solo quello di Arturo. A quel punto, potremmo rialzarci tutti, osservando con serenità un futuro che in questo momento ricorda il passato.
Ad Arturo e ad Elsa un fortissimo abbraccio. A voi auguriamo che l’indifferenza lasci spazio al coraggio di non voltarsi dall’altra parte.