Il giovane artista Jacopo Cardillo, in arte Jago, si presenta come un faro nel buio in questa epoca storica. Un’epoca che sembra non conoscere più impulsi, innovazione, voglia di misurarsi e andare oltre. Un faro che illumina uno scorcio di insolito coraggio da parte di questo carismatico scultore. Un personaggio dalle ambizioni pretenziose e affascinanti allo stesso tempo. Un fragoroso punto di vista che farebbe storcere il naso a chi non si ciba più di sogni.
Tale ambizione lo porta a non sottostare a nessuna imposizione, tanto meno quella universitaria. Jago non completa i suoi studi presso l’Accademia delle Belle Arti, per dedicarsi completamente al suo estro incontenibile. Una volta liberatosi da queste catene, mostra al mondo chi è veramente. Capace di esibire a tutti le sue magie con il marmo, assistiamo alla pietra che si tramuta in carne viva e pulsante. Almeno apparentemente. Questa trasformazione è resa visibile a tutti tramite i suoi canali social, nei quali preferisce illustrare il procedimento piuttosto che propinare il semplice prodotto finale. Una scelta stilistica che lascia lo spettatore a bocca aperta.
Ma Jago non è solo scultura. Compositore dei suoi stessi video, intreccia arte, musica e immagini in una manciata di minuti.
Una rivelazione come Jago può rimanere indifferente ai più? Certo che no. Numerosi sono i riconoscimenti, tra i tanti ricordiamo il 1° Premio Gala de l’Art di Monte Carlo e il Premio Arkes, entrambi vinti nel 2013. Conquista anche la Santa Sede con la vincita della Medaglia Pontificia, grazie alla realizzazione del busto rappresentante il Papa emerito Benedetto XVI. Un’opera che ha avuto i suoi trascorsi di incomprensione, in seguito a dei disguidi e disdette dal mondo ecclesiastico.
Sono tutte sfaccettature di un artista che merita di essere approfondito e diffondere in tutto il mondo. Non bisognerebbe mai essere stanchi di personaggi come Jago, promotore di arte viva e in movimento.
Ilaria Riccio