E alla fine ha risposto lui, il premier Giuseppe Conte, pochi minuti fa, attraverso l’ufficio stampa della Presidenza del Consiglio.
A Salvini, alla Meloni, a tutti i miserabili sciacalli che in questi giorni hanno diffuso fake news, odio, insulti, bufale e chiesto (e ottenuto) improbabili diritti di replica.
Ma anche a quei giornalisti che lo hanno accusato di aver fatto un comizio “a reti unificate”.
Ed è ancora, di nuovo, una clamorosa lezione di stile e di politica:
“1. Non c’è stata alcuna Conferenza Stampa a reti unificate. Palazzo Chigi non ha mai chiesto che la conferenza stampa venisse trasmessa a reti unificate; e infatti è stata trasmessa solo da alcuni canali tv e solo per una parte e non interamente.
2. Tutti gli interventi del Presidente del Consiglio si sono sempre svolti secondo le consuete modalità e, in particolare, nella forma di conferenze stampa, salvo qualche rara eccezione. (…) In particolare il 10 aprile il Presidente del Consiglio ha tenuto una conferenza stampa, come tante altre volte avvenuto in queste settimane. E come ogni volta ha illustrato i provvedimenti adottati, ha spiegato e chiarito i fatti più rilevanti e ha risposto a tutte le domande dei giornalisti, tanto sull’emergenza coronavirus quanto sul Mes. Nell’occasione ha smentito vere e proprie fake news che rischiavano di alimentare divisioni nel Paese e di danneggiarlo, compromettendo il “senso di comunità”, fondamentale soprattutto in questa fase di emergenza.“
Chiaro, semplice, pulito, istituzionale. È tutto.
Forse così anche Salvini e Meloni la capiranno.
O forse no.
Lorenzo Tosa