Per qualsiasi emergenza sarà il “112” il numero da chiamare e non più tutti gli altri contatti, come ad esempio il 113 della Polizia, il 115 dei Vigili del Fuoco e il 118 per l’ambulanza.
Lo si deve ad una direttiva europea risalente al 2008 che l’Italia ha già tardato ad attuare.
Al fine di accelerare l’adeguamento nell’ultimo periodo, sempre più province stanno utlizzando il nuovo 112 che ben presto diventerà l’unico riferimento per i casi di emergenza.
Proprio come avviene per il 911 per il territorio americano
Il nuovo numero di emergenza(NUE) si legge una cifra alla volta:”uno – uno – due”.
La direttiva europea ha stabilito che il cittadino degli stati membri possa contattare gratuitamente il 112, sia da telefonofisso che da cellulare in caso di emergenza.
Pertanto,la telefonata averrà anche se il credito è esaurito oppure se il l’apparecchio telefonico è bloccato da PIN.
Una centrale operativa provvederà, poi , a smistare la chiamata al settore più idoneo alla richiesta del cittadino.
Ove il Paese in cui si trova preveda un numero di emergenza differente, il centro operativo sarà, ad ogni modo, automaticamente reindirizzata.
L’obiettivo è quello di semplificare il servizio e renderlo più efficiente possibile e tempestivo, a prescindere dal Paese Europeo in cui trova, il cittadino potrà contare su un unico numero per qualunque evenienza e su un celere intervento.
Il servizio sarà reso anche in forma multilingue.
Per i suoi clamorosi ritardi nell’adeguarsi all’adozione del numero unico sul territorio, l’Italia ha rischiato sanzioni ingenti, a seguito della condanna della Corte Europea nel 2010, evitate in virtù della “buona volontà” dimostrata dai governi succedutosi.
Per il momento, dunque,restano ancora attivi i numeri di emergenza nazionali, almeno finché il processo di adeguamento e adozione del NUE non venga completato regione per regione.
Una prima fase sperimentale è iniziata a Roma e Milano, ed in altre province del Nord; anche il Sud inizia ad adeguarsi a partire dalla Sicilia, in particolare dalla provincia di Catania.
Il servizio di centralino è stato affidato a Centri Unici di Risposta (Cur) localizzati sul territorio in cui non vi saranno, come era stato inizialmente proposto, esponenti del personale dei vari servizi (sanità pubblica sicurezza e così via) bensì degli operatori appositamente formati, non appartenenti alle differenti categorie.
L’utente, dunque, non parlerà più con un solo operatore, ma con almeno due visto che il Centro Unico di Risposta provvederà ad analizzare la richiesta e poi a smistarla a chi di competenza.
Il sistema promette di rendere i servizi più rapidi ed efficienti: basti pensare che già la prima telefonata consente di fare una cernita delle richieste improprie, destinate spesso a far perdere tempo privando chi ha realmente bisogno di un rapido intervento, oppure le telefonate arrivate per errore o per quelle che non sono davvero qualificabili quali emergenze.
Infatti, l’operatore del CUR dovrà chiedere all’utente “dove, chi e perchè?” al fine di procurarsi tutte le informazioni, nonostante la strumentazione provveda a localizzare immediatamente da dove arriva la chiamata o la cella telefonica agganciata, ma anche l’identità dell’interlocutore grazie al Ced (Centro Elaborazione Dati) contenente i dati del cellulare.
Successivamente, dopo un vaglio della prima richiesta, si passa alla centrale specializzata che potrà intervenire già con un sostegno telefonico e inviando mezzi di soccorsi.
Tuttavia, le problematiche connesse alla piena attuazione persistono, soprattutto per le zone confinanti tra le regioni, con il rischio che si agganci l’operatore del territorio non di sua competenza, il provvederà a girare la chiamata alla centrale operativa deputata al caso, facendo ripartire nuovamente il protocollo.
E facendo perdere tempo prezioso.
Inoltre, sono ancora molti i cittadini che non sono a conoscenza del Numero Unico e della sua adozione anche in Italia.
A tal proposito, si necessita di una campagna di sensibilizzazione e di propaganda che possa spiegare il NUE.
Inoltre, nonostante il numero unico sia stato attivato anche via app “Where Are U” che consentirà la chiamata alla centrale operativa e l’invio della propria posizione, si è creata confusione, poiché la Regione Piemonte ne ha sfruttata un’altra : “FlagMii“.
Non rimane che attendere una procedura unica di adeguamento che non vada ad interferire con la sicurezza del cittadino.
Anna Rahinò