È notizia di poche ore fa che la direttrice finanziaria di Huawei e figlia del fondatore dell’azienda, Meng Wanzhou, è stata fermata dalle forze di polizia canadesi, su richiesta degli Stati Uniti.
La dirigente cinese infatti è coinvolta in un’indagine statunitense che vedrebbe Huawei infrangere le dure sanzioni imposte all’Iran; di conseguenza, le autorità americane hanno richiesto agli omologhi canadesi l’estradizione di Meng Wanzhou.
Non è la prima volta che Huawei, azienda nota soprattutto per la costruzione di smartphone e telefonini e che negli ultimi anni è divenuta una degna avversaria di Apple e Samsung, è il bersaglio di accuse gravi da parte degli USA: infatti, le agenzie di governative americane hanno vietato l’acquisto e l’uso di prodotti appartenenti alla marca cinese: il rischio che in essi siano contenuti dispositivi per le intercettazioni di conversazioni di carattere confidenziale anche a livelli di sicurezza nazionale è, secondo gli statunitensi, molto alto.
In questo caso tuttavia le accuse riguardano, come già detto, presunte violazioni dell’embargo imposto all’Iran dagli Stati Uniti; le indagini risalirebbero ad aprile 2018 e il fermo di Meng Wanzhou, portato a termine dalle forze canadesi, è stato richiesto dagli stessi USA, che ora richiedono l’estradizione della donna per processarla. La prima udienza è fissata per venerdì 7 dicembre.
Al momento l’arresto di Meng Wanzhou, avvenuto l’1 dicembre a Vancouver, ha avuto un forte impatto sulle borse orientali: l’indice Nikkei di Tokyo ha registrato un calo del 1,9%, mentre quello di Hang Seng di Hong Kong è sceso di 2,6%. Questo evento rappresenta un aumento dell’incertezza dei mercati e degli investitori, preoccupati per il conseguente rialzo della tensione nei rapporti diplomatici tra Cina e Stati Uniti, già non particolarmente rosei.
Infatti non si è fatta attendere la risposta dell’ambasciata cinese a Ottawa, il cui comunicato stampa denuncia una grave violazione dei diritti umani di Meng Wanzhou da parte delle autorità straniere e si augura che il malinteso sia risolto il prima possibile.
È comunque interessante notare che la Huawei sta sperimentando la rete 5G in territorio canadese, in collaborazione con le università locali: tale proposta è stata respinta invece da Australia e Stati Uniti, adducendo dubbi relativi alla sicurezza interna, mentre la scelta del Canada è stata giudicata come un grave errore da alcuni esperti di sicurezza interna e comunicazioni.
Barbara Milano