Ad Ancona nell’ambito di una maxi inchiesta sulla mafia nigeriana c’è stato l’arresto di un richiedente asilo. Con la reclusione gli vengono negate le misure di accoglienza. Lui fa ricorso al Tar e vince sulla base delle direttive della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Arresto di un richiedente asilo e il ricorso al Tar
Nel luglio del 2020, ad Ancona, in una maxi inchiesta sulla mafia nigeriana, dedita allo spaccio e allo sfruttamento della prostituzione, avviene l’arresto di un richiedente asilo, un nigeriano di 31 anni. Ai tempi viveva in un centro di accoglienza a Jesi, viene recluso a Montacuto con l’accusa di far parte di un’associazione legata alla mafia nigeriana operativa tra le Marche e l’Abruzzo.
Il processo relativo a questa maxi inchiesta è ancora in corso. Dopo pochi mesi dall’arresto del richiedente asilo, arriva, con un decreto del Prefetto di Ancona, la revoca delle misure di accoglienza a causa della reclusione. A quel punto il nigeriano, che ormai è di fatto fuori dai circuiti di accoglienza, fa ricorso al Tar.
Il ricorso è stato presentato dall’avvocato Stefano Brugiapaglia a seguito dell’arresto del richiedente asilo. La sentenza del tribunale amministrativo ha emesso la vittoria del ricorso del richiedente asilo sulla base di una recente direttiva della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Il nigeriano quindi ha vinto il ricorso vedendosi attribuire nuovamente le misure di accoglienza.
La Direttiva della Corte di Giustizia dell’Unione Europea
Il ricorso avvenuto dopo l’arresto del richiedente asilo è stato vinto rifacendosi a una sentenza della Corte di Giustizia sulla direttiva 2013/33/UE. Secondo la Corte di Giustizia dell’Unione Europea infatti anche in caso di sanzioni più severe non si può comunque privare il richiedente di provvedere ai suoi bisogni più elementari. Quindi possono essere applicate delle sanzioni che però non vadano a provocare la privazione delle condizioni materiali di accoglienza.
Il supporto al richiedente asilo deve essere infatti garantito per tutto il procedimento amministrativo attivato con la domanda di protezione internazionale. La Corte di Giustizia europea dice anche che le misure di accoglienza:
non possono essere revocate fino all’esecuzione del provvedimento di espulsione e/o di rimpatrio nel Paese d’origine, emesso sulla base di una sentenza di condanna per reati di particolare all’arme sociale
Molti richiedenti asilo fanno ricorso appellandosi a questa sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, non solo in caso di revoca delle misure di accoglienza in seguito all’arresto. Proprio per quanto detto da questa direttiva il Tribunale amministrativo ha annullato il decreto della Prefettura di Ancona per far riesaminare il caso del nigeriano.