Dopo due mesi di atti persecutori è stato arrestato uno stalker a Milano: il trentratreenne era l’incubo della ex. Dopo numerosi atti di violenza psicologica voleva comprare dell’acido.
Arrestato uno stalker a Milano: tutto ha avuto inizio da alcune chiamate effettuate a diversi negozi di ferramenta. La voce di un uomo chiedeva sempre la stessa cosa, ovvero dell’acido, a suo dire per sciogliere dei metalli. Alcuni negozi erano sprovvisti del materiale richiesto e con loro la conversazione era terminata subito dopo, altri avevano risposto positivamente alla domanda. A coloro che potevano procurargli l’acido l’uomo aveva chiesto ulteriori informazioni sulla confezione contenente il prodotto.
I carabinieri avevano già ricevuto numerose segnalazioni nei confronti dell’uomo che aveva chiamato varie ferramenta di Milano sempre con la stessa domanda. Questo li ha portati ad intercettare le telefonate del quattordici novembre, ascoltandone il contenuto. L’uomo, accusato di atti persecutori nei confronti della ex fidanzata, aveva deciso di sfigurala con l’acido dopo che la donna aveva posto fine alla relazione ormai da due mesi.
Per la donna il periodo in questione era stato particolarmente difficile fin da subito. Il primo novembre aveva, poi, trovato la forza di denunciare l’ex fidanzato mostrando le molteplici telefonate anonime che aveva ricevuto, per l’appunto, dal mese di settembre. Più volte, inoltre, il trentatreenne aveva provato ad accedere ai profili social della donna che ne era sempre più spaventata.
Spesso riceveva, inoltre, messaggi da numeri anonimi con prefissi stranieri che avevano come immagine del profilo proprio le fotografie della strada in cui la donna viveva. Questo non faceva altro che avvalorare la tesi di uno stalker portando la vittima ad essere sempre più inquieta e diffidente. La donna, infatti, limitava al minimo le uscite e nell’ultimo periodo evitava perfino di recarsi a lavoro, vivendo in una costante sensazione di pericolo.
Lo stalker era poi passato anche ad atti vandalici verso i mezzi con cui la donna si spostava, prima la macchina vandalizzata e poi le ruote della bici forate avevano spinto la vittima ad uscire sempre meno dalla propria abitazione. Eppure, nemmeno quel luogo era sicuro e il suo persecutore è stato puntale nel farglielo notare. Più volte, si sarebbe infatti, introdotto all’interno dell’abitazione della donna per distruggere quante più cose riusciva tra piante, vestiti, materassi e strumenti elettronici.
Si è trattato di vere e proprie condotte persecutorie ai danni della ex fidanzata finalizzate ad incutere timore e preparatorie all’atto conclusivo che fortunatamente non ha mai avuto luogo. È questo il caso di una violenza di genere fermata prima che raggiungesse risvolti estremamente negativi e irreparabili. L’augurio è quello che quanto successo a Milano possa portare maggiore fiducia nelle forze dell’ordine che lavorano instancabilmente per portare sicurezza sul territorio.