L’imprenditore Stefano Ricucci, definito anni fa il “furbetto del quartierino” è stato arrestato per corruzione. Insieme a lui un altro imprenditore, il suo socio Liberato Lo Conte e un magistrato tributario, Nicola Russo. Non è la prima volta per lui, come non è la prima volta che la corruzione tocca il cuore di imprenditori e politici.
La Procura di Roma sta indagando sui fatti che hanno portato all’arresto: un accordo che prevedeva l’aggiustamento di una sentenza in cambio di denaro.
L’accordo tra Ricucci e gli altri indagati
L’accordo tra gli indagati nasce nel 2016 con lo scopo di salvare la Magiste Real estate Property, riconducibile a Ricucci. Dopo il crack della Holding Magiste, l’imprenditore cercò di riprendersi alcune risorse finanziarie entrate nel fallimento.
La Guardia di Finanza analizzando tutte le prove, riuscì a dimostrare una triangolazione losca. Il commercialista di Ricucci, Filippo Bono, acquistava alcuni crediti del gruppo Magiste, che poi rivendeva allo stesso imprenditore. In questo modo Ricucci riusciva a recuperare parte delle risorse, perdute dopo il fallimento, della holding.
Tra questi crediti risultano 20 milioni di euro di rimborsi Iva, contestati dall’Agenzia delle Entrate. E proprio questo credito vantato nei confronti dell’erario ha portato all’arresto dei tre indagati. Per il contenzioso tributario, infatti, è stata emessa una sentenza per così dire “pilotata”. Il giudice entrato in campo per la diatriba fu il magistrato tributario Nicola Russo, che assolse Ricucci.
Il conflitto di interessi
Secondo gli inquirenti il giudice Russo si sarebbe dovuto astenere per conflitto d’interessi. Il magistrato, infatti, era legato agli indagati da:
vincoli di fiducia basati sull’amicizia, comune colleganza di interessi e frequentazione, alla base dell’accordo illecito corruttivo concretato anche in regalie e disposizioni economiche e di favore
Il giudice Russo, invece, non solo non si astenne ma ribaltò la precedente pronuncia della Commissione Tributaria Provinciale. Quest’ultima, infatti, aveva dichiarato la colpevolezza di Ricucci.
Operazione Easy Judgement e arresto Ricucci
La sentenza di secondo grado emessa da Russo mostrava una serie di anomalie. Proprio da quest’ultime sono partite le indagini degli inquirenti eseguite sulla documentazione e sui file del 2016. Soldi, serate e cene in ristoranti vip in cambio di una sentenza favorevole.
Al termine dell’operazione “Easy Judgement”, la GdF è riuscita a dimostrare l’accordo tra i protagonisti, e la loro colpevolezza. Per Ricucci e Lo Conte è arrivata l’ordinanza di custodia cautelare, Russo è stato messo ai domiciliari (già sospeso delle funzioni).
Chissà se Ricucci, in carcere, riuscirà a trovare un altro giudice da corrompere?
Elena Carletti