È stato arrestato in Corsica Marco Raduano, il boss della mafia di Vieste evaso nel febbraio 2023 dal carcere di Nuoro. Era nell’elenco dei primi dieci ricercati italiani. Arrestato anche Gianluigi Troiano, suo braccio destro e latitante in Spagna da più di due anni. Roberto Rossi, procuratore di Bari, ha espresso grande soddisfazione per l’operazione condotta dai carabinieri del ROS.
La fuga e l’arresto di Marco Raduano
Quella compiuta da Marco Raduano il 24 febbraio 2023 si potrebbe quasi definire come un’evasione da film. Il boss mafioso ha infatti usato il più classico dei metodi per fuggire: dopo la conta del pomeriggio, il criminale ha legato tra loro delle lenzuola e si è calato dal muro di cinta del braccio di massima sicurezza del carcere di Badù e Carros, a Nuoro, facendo perdere le sue tracce. Un evasione cinematografica ma di fatto efficace, che ha permesso a Marco Raduano di rimanere latitante per circa un anno, evitando i posti di blocco in Sardegna e riuscendo addirittura a scappare in Corsica.
Su Raduano gravano condanne che avrebbe dovuto finire di scontare nel 2046. Una ventina di giorni prima della fuga, gli era stata notificata una nuova condanna diventata definitiva a 19 anni di reclusione, più tre anni di libertà vigilata, dopo che la Cassazione aveva giudicato inammissibile il ricorso da lui presentato.
Proprio sull’isola francese il boss di Vieste è stato catturato il 2 febbraio scorso. I carabinieri del ROS (Raggruppamento Operativo Speciale), con il supporto della Gendarmeria Francese, hanno individuato Raduano in un ristorante a 60 chilometri dalla città di Bastia e l’hanno arrestato. Nelle stesse ore è stato catturato in Spagna a Granada il suo braccio destro, Gianluigi Troiano, latitante da più di due anni.
Il procuratore di Bari, Roberto Rossi, ha espresso grande soddisfazione per quello che ha definito “un successo della squadra dello stato”; il procuratore ha poi aggiunto che l’arresto di Marco Raduano aiuta a “rompere quell’idea di invincibilità dei latitanti che spesso circola sui social. Invece i latitanti li prendiamo sempre”. Alle sue parole hanno fatto seguito quelle del Ministro dell’Interno Piantedosi, il quale ha elogiato l’Arma dei Carabinieri e le forze dell’ordine coinvolte per il “duro colpo inferto alla criminalità organizzata”.
I crimini del boss
Marco Raduano è tornato in carcere, dove finirà di scontare le sue condanne. Tra queste, il boss di Vieste era stato condannato a 24 anni nell’ambito dell’operazione “Neve di Marzo“, in primo grado all’ergastolo durante l’indagine “Omnia Nostra” e a 6 anni e 7 mesi per traffico di stupefacenti con l’aggravante mafiosa.
Il boss 41enne è inoltre imputato per l’omicidio di Giuseppe Silvestri, l’uomo assassinato nel 2017 a colpi di lupara in provincia di Foggia per un lotta tra cosche, e per il delitto di Omar Trotta, ucciso nello stesso anno a Vieste davanti alla moglie e alla figlia di pochi mesi; per quest’ultimo è indagato anche Gianluigi Troiano.
Troiano è stato arrestato a Granada grazie alla cooperazione del ROS e della Guardia Civil spagnola, dopo che aveva violato gli arresti domiciliari nel dicembre 2021. Il braccio destro di Raduano è stato fermato da quattro agenti in borghese mentre recuperava un pacco presso l’ufficio postale: i poliziotti, sapendo che Troiano si sarebbe recato sul posto hanno organizzato l’operazione in modo da consegnare alla giustizia italiano il 31enne latitante.
Dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro del 16 gennaio 2023, le forze dell’ordine italiane continuano a smantellare la rete della criminalità organizzata. Certo, la sensazione è che i criminali a piede libero siano molti di più che quelli in carcere e che la giustizia italiana non sempre agisca tempestivamente per catturarli, ma evidentemente non è proprio vero. Gli arresti di Marco Raduano e di Gianluigi Troiano dimostrano che le nostre forze dell’ordine riescono (quando vogliono) ad operare in modo efficace.
Marco Andreoli