Arrestato il presunto colpevole dell’ennesimo femminicidio a Treviso, 26enne uccisa a coltellate

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Il Veneto è vittima, ancora una volta, di uno scenario orribile. Dopo la morte di Giulia Cecchetin la regione sembra non trovare pace, questa volta però cambia città. Vanessa Ballan, una giovane mamma di 26 anni, è stata vittima dell’ennesimo femminicidio a Treviso. Il colpevole pare essere Fandaj Bujar con cui la donna aveva avuto precedentemente una relazione. Dopo la rottura, già Serena lo aveva denunciato per stalking ma, evidentemente non è servito perché Fandaj Bujar, oggi, si macchia le mani e diventa l’ennesimo mostro che ha osato uccidere una donna

Cosa è successo all’ennesima vittima di femminicidio a Treviso?

Ieri, 19 dicembre, è stata trovata morta l’ennesima donna, Vanessa Ballan, una 26enne splendente, vittima di femminicidio a Treviso. Ad ucciderla è stato Bujar Fandaj, il quale nella tarda serata di ieri è stato arrestato, con cui aveva avuto una relazione clandestina qualche tempo fa. La giovanissima donna era sposata con un’altro uomo e aveva già un bambino di quattro anni ed era incinta di appena tre mesi.

Vanessa Ballan però, sapeva che Bujar non era un uomo sicuro, infatti nei mesi precedenti lo aveva denunciato per stalking poichè l’assassino la minacciava di mostrare video, che vedevano protagonisti loro due, al marito e sia di ucciderla se non fosse ritornata con lui. Il 26 Ottobre i carabinieri, dopo la denuncia, avevano perquisito la sua abitazione e sequestrato il telefono ma, questo non servì a fermarlo nel commettere un femminicidio a Treviso.

Vanessa è stata uccisa brutalmente, l’assassino avrebbe impugnata circa una decina di coltellate nel suo torace. La giovane è stata ritrovata priva di vita all’interno della sua abitazione nella quale viveva insieme al marito, Nicola Scalpinello e insieme al figlio. La donna è stata ritrovata proprio dal marito che, uscito da lavoro si ritrovò davanti quello che non si sarebbe mai aspettato, sua moglie in un mare di sangue. Dopo aver chiamato i soccorsi, sul posto sono arrivati il magistrato e il medico legale Antonello Cirnelli, lo stesso che fece gli esami sul corpo di Giulia Cecchettin. 

Da quanto è emerso dal primo esame, la donna mostra nelle mani numerose lesioni di difesa, le quali confermano come Serena abbia cercato più volte di difendersi ma, non ce l’ha fatta.

Chi era Vanessa Ballan, vittima di femminicidio a Treviso?

Sul luogo del delitto sono accorse anche alcune colleghe di lavoro della donna che, in lacrime, hanno lasciato dichiarazioni sulla vittima.

Vanessa Ballan, vittima di femminicidio a Treviso, era una giovane donna sempre sorridente:

“solare, simpatica e preparata”, dicono le colleghe.

Lavorava in un supermercato e, da un po’, aveva lasciato il lavoro per mettersi in maternità anticipata. La donna, insieme al marito, vivevano a Riesce Pio X, un paesino di diecimila abitanti al nord di Castelfranco Veneto e, entrambi, erano molto conosciuti. Una famiglia normale, piena d’amore, umile e onesta, che si è vista protagonista di una tale tragedia. Sono numerose le testimonianze dei cittadini che affermano di conoscere, anche solo di vista, Vanessa Ballan, le quali affermano di quanto fosse una persona splendente.

Dopo l’uccisione di Giulia Cecchettin, il Veneto si ritrova ad essere ancora protagonista di una storia agghiacciante, la storia dell’ennesimo Femminicidio a Treviso.

Luca Zaia, presidente della Regione del Veneto, tristemente arrabbiato del femminicidio a Treviso, ha dichiarato:

“Assistiamo a una spirale di violenza che necessita da parte di tutta la società, a partire dalle istituzioni, di una risposta assolutamente ferma. Posso già annunciare che darò mandato affinché la Regione Veneto disponga il lutto regionale il giorno delle esequie di Vanessa Ballan. Siamo davanti a un femminicidio dai contorni estremamente drammatici: due vittime, una mamma e la sua creatura, non ancora venuta al mondo, sono stati quest’oggi uccisi barbaramente. Un fatto che fa rabbrividire e, ancora una volta, indignare.”

Ancora una volta ci troviamo davanti ad una donna uccisa per mano di un uomo, un omuncolo forse sarebbe meglio dire, che non ha saputo gestire i suoi “sentimenti”. Perché è così che se ne parla, un uomo che a causa della sua forte gelosia ha ucciso una donna.

Usare la gelosia come capo espiatorio è una cosa che va avanti da secoli. Il problema in realtà non è la gelosia ma è la persona, la persona in sé che in quanto tale si è reso colpevole di un atto estremamente orribile.

Il problema sta nell’educazione, sta nella società, sta in quello che siamo abituati ogni giorno a vedere e a sentire. Il femminicidio a Treviso mostra quanto orribile e crudele è la società in cui oggi viviamo e come nulli siano gli sforzi nel tentare di migliorare la realtà in cui oggi ci troviamo. Forse, bisogna fare altro per uscire da questa spirale di violenza. 

Ambra Vanella

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