I Carabinieri di Napoli hanno arrestato il boss latitante Francesco Abbinante, 25enne reggente del clan camorristico omonimo, grazie al suo cane, un bull terrier. Abbinante era sfuggito a un blitz il 7 novembre scorso. Le incessanti indagini, coordinate dalla DDA di Napoli, hanno portato alla sua individuazione in una villetta a Castel Volturno. Il boss non ha opposto resistenza. L’arresto di Abbinante, figlio del boss “o’ Lupo”, è un duro colpo al clan e al sistema camorristico. Il Procuratore Melillo ha commentato: “L’arresto di Abbinante è un segnale forte che lo Stato non si arrende alla camorra”. Anche il Ministro Piantedosi ha espresso la sua soddisfazione: “Un’operazione importante che dimostra l’impegno del governo nella lotta alla mafia”.
È terminata la fuga di Francesco Abbinante, il 25enne boss latitante e reggente dell’omonimo clan camorristico. I Carabinieri di Napoli lo hanno arrestato questa mattina in una villetta di Castel Volturno, nel Casertano.
Abbinante era sfuggito a un blitz il 7 novembre scorso, quando i Carabinieri avevano eseguito 37 misure cautelari nei confronti dei presunti affiliati al suo clan. Da quel momento, si era reso irreperibile, ma gli investigatori non hanno mai mollato la presa.
Le indagini e la cattura
Le incessanti attività di ricerca, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno portato alla sua individuazione. I Carabinieri, grazie a una minuziosa attività investigativa e a un’attenta ricostruzione dei suoi spostamenti, sono riusciti a localizzare il boss in una villetta nella zona di Castel Volturno.
Questa mattina, all’alba, un’operazione lampo dei Carabinieri del Gruppo Interprovinciale di Napoli e del Nucleo Elicotteri di Caserta ha portato alla sua cattura. Abbinante non ha opposto resistenza.
Il ruolo di Abbinante nel clan
Francesco Abbinante, figlio del boss Antonio Abbinante, detto “o’ Lupo”, era considerato il reggente del clan dopo l’arresto del padre nel 2019. Il clan Abbinante è uno dei più potenti e feroci della camorra, egemone nella zona di Secondigliano a Napoli.
L’arresto di Abbinante rappresenta un duro colpo al clan e al sistema camorristico in generale. Si tratta di un’importante vittoria per lo Stato nella lotta alla criminalità organizzata.
Le dichiarazioni
“L’arresto di Abbinante è un segnale forte che lo Stato non si arrende alla camorra”, ha commentato il Procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Melillo. “Continueremo a lavorare con tenacia per assicurare alla giustizia tutti i latitanti e per smantellare i clan camorristici”, ha aggiunto.
Anche il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha espresso la sua soddisfazione per l’arresto: “Un’operazione importante che dimostra l’impegno del governo nella lotta alla mafia. Grazie alle forze dell’ordine per il loro prezioso lavoro”.
L’impatto dell’arresto
L’arresto di Francesco Abbinante è un evento di grande importanza che avrà sicuramente un impatto significativo sul panorama camorristico. Si tratta di un duro colpo per uno dei clan più potenti e pericolosi della camorra, che potrebbe portare a una guerra interna per il potere o a una spaccatura all’interno del clan.
L’operazione di cattura è stata accolta con grande soddisfazione dalla popolazione campana, che da anni vive sotto la minaccia della camorra. L’arresto di Abbinante rappresenta un segno di speranza e un monito per tutti i criminali: lo Stato non si arrende e la giustizia prima o poi trionfa.
Conclusione
Quindi, l’arresto di Francesco Abbinante è un’importante vittoria per lo Stato nella lotta alla camorra. Inoltre, la famiglia Abbinante è tristemente nota per il suo ruolo nelle sanguinose faide di Scampia, che hanno causato centinaia di morti. Nel 2006, un episodio emblematico: l’arresto di un altro Francesco Abbinante, all’epoca 31enne e figura di spicco del clan. I Carabinieri, seguendo un fattorino che consegnava pizze, scoprirono il suo nascondiglio: un doppio fondo di un divano in un appartamento di Marano di Napoli.