È stato arrestato Ahmed Mustak, accusato di aver ucciso la moglie trentaduenne, Sharim Sultana, la cui morte è avvenuta il 7 marzo scorso. Inizialmente la sua morte venne considerata come un suicidio ma, grazie a un disegno realizzato dal figlio, l’indagine è stata riaperta e quello che è venuto fuori non combacia per niente con quanto dichiarato da Ahmed circa nove mesi fa
Cosa successe il 7 Marzo?
Il 7 marzo del 2023 venne inviata una segnalazione alla centrale operativa di Forte San Giuliano, a Genova, riguardo il ritrovamento del corpo di una donna per terra. La donna è stata trovata, priva di vita sotto la finestra di casa sua, la quale era spalancata.
Secondo quanto dichiarato da Ahmed, la donna si era lanciata dalla finestra, così suicidandosi, mentre lui era a casa nel letto e non si era accorto di nulla ma, c’era qualcosa che stonava in quello che raccontava. Infatti non era riuscito a convincere i militari che stavano seguendo il caso e per questo avevano continuato ad indagare senza però riuscire a trovare qualcosa di effettivo che potesse ricondurre ad Ahmed come colpevole della morte della moglie.
Nonostante i famigliari della vittima avessero espresso molti dubbio riguardo alla morte di Sharim, fino ad adesso tutto era rimasto nell’ombra ma, a causa di un fatto scatenante, l’indagine si è riaperta e quello che è emerso era completamente diverso da quello che venne dichiarato nove mesi fa. La polizia ha infatti subito provveduto ed ha arrestato Ahmed Mustak, 44enne, con l’accusa di aver uccise la moglie. Quello che era stato considerato come un suicidio adesso è considerato, a tutti gli effetti, un femminicidio.
Perché è stato arrestato Ahmed Mustak?
Dopo nove mesi dall’accaduto è stato arrestato Ahmed Mustak e questo è dovuto grazie a un disegno fatto dal figlio della coppia. Il figlio, più o meno dell’età di 10 anni, durante una seduta dal psicologo, rivela dei fatti sconcertanti che portano a condannare Ahmed. Il bambino, confidandosi con la psicologa, ha affermato:
“Papà batte nella testa di mamma …e poi arriva pieno di sangue …e poi morta. Mamma in cucina sta male. Poi mamma è caduta”.
La psicologa, per avere un quadro più chiaro della situazione, ha chiesto al bambino se potesse disegnare quel tragico momento che aveva vissuto e, infatti quello che emerge dal disegno corrispondeva con quanto aveva precedentemente affermato il figlio.
Oltre al bambino di 10 anni, la coppia ha anche un’altra figlia, di 6 anni, la quale, provando a spiegare la situazione che ogni giorni erano costretti a vivere in quella casa, ha dichiarato:
“Papà si arrabbiava forse perché la mamma guardava troppo il cellulare, usava Tik Tok, era famosa la mamma.”
Infatti, Sharim aveva un profilo tik tok, nel quale faceva video, forse per sfuggire dalla dimensione brutale in cui ogni giorno era costretta a vivere. Una delle ultime frasi che la donna aveva pubblicato nei suoi social network era:
“Se tu vuoi essere forte, devi imparare da sola.”
Chiaramente era un messaggio indirizzato a se stessa e a tutte coloro che si trovavano nella sua stessa situazione.
Anche le amiche di Sharim hanno avuto un ruolo di grande importanza in questa inchiesta. Sin dall’inizio non hanno mai creduto che quello di Sharim fosse un suicidio, infatti avevano affermato che la donna emanava una forte gioia di vivere e non aveva mai dato segnali di volersi suicidare. Piuttosto si erano soffermate sulle rivelazioni che la donna aveva fatto alle amiche sulla situazione con il marito:
“Mio marito controlla tutto il giorno il mio account quando lui vede qualcuno che manda dei messaggi mi insulta ed è molto geloso. Quindi non mandarmi messaggi in questo momento. Si sta comportando come un cane.”
Le loro segnalazioni avevano portato alla polizia ad indagare se effettivamente Ahmed avesse mai picchiato la donna e quello che avevano scoperto era che Sharim, spesso, è stata vittima di violenza domestica da parte del marito.
Quanto accaduto ci porta ad assistere all’ennesimo caso di femminicidio, all’ennesimo caso di uomo “geloso”, all’ennesima storia dell’orrore. Dunque, arrestato Ahmed Mustak, Sharim rappresenta l’ennesima vittima di un piccolo uomo che per sentirsi grande ha usato la violenza contro la donna che ha messo alla luce i suoi figli. Contro la donna che gli è stata accanto, contro la donna che, in quanto essere umano, ha diritto di essere rispettata.
È vero, è stato arrestato Ahmed Mustak ma, Sharim adesso non c’è più, e se questo arresto possa valere a qualcosa, possa valere a rendere giustizia all’ennesima vittima di femminicidio che ben venga ma, io mi chiedo, quanti uomini bisogna arrestare ancora per far sì che più nessuna donna faccia questa fine?
Ambra Vanella