Circa settecento lavoratori senza documenti sono stati arrestati in Mississippi, i figli all’uscita di scuola hanno scoperto il destino dei loro genitori.
Mercoledì 7 agosto è iniziato come una giornata come tante per i 680 lavoratori senza documenti impiegati in sette impianti di trasformazione alimentare in Mississippi.
Una giornata speciale per molti dei loro figli, al loro primo giorno di scuola dopo le vacanze estive.
Una giornata divenuta terribile per tutti loro quando le autorità per l’immigrazione, hanno fatto incursione negli stabili e arrestato i presenti. Un altro colpo a segno per Donald Trump, dopo che nelle scorse settimane aveva ottenuto il via per la costruzione del muro con il Messico.
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Lavoratori senza documenti arrestati: le famiglie in cerca di risposte
Una volta che la notizia dell’arresto delle 680 persone è stata diffusa, una folla di parenti e amici ha raggiunto gli stabili in Mississippi per cercare risposte e capire se e quando avrebbero potuto riabbracciare i loro cari.
Dall’Ansa apprendiamo che trecento dei fermati sono stati rilasciati nelle prime ore del pomeriggio di ieri. Tuttavia, come sottolineato da un portavoce dell’Ice, saranno tutti sottoposti a processo.
Lo sgomento dei figli
Molti bambini non hanno potuto fare ritorno alle loro abitazioni dopo che, appena usciti da scuola, si sono resi conto che non avrebbero trovato a casa i loro genitori.
Mentre il procuratore americano per il distretto del Mississippi, Mike Hurst, ha accolto con festosità l’evento, centinaia di bambini si sono ritrovati catapultati nell’età adulta.
“Oggi, attraverso il duro lavoro di questi uomini e queste donne, stiamo tornando ad essere una nazione di leggi” ha commentato Hurst.
Nel frattempo ai microfoni della CCN i bambini condividevano con il mondo la loro paura e il loro dolore. Tra loro c’è anche Marleny Lopez con i suoi lunghi capelli scuri e gli occhi pieni di pianto, la giovane 14enne è consumata dalla colpa. Suo padre Fredy, infatti, stava lavorando più del dovuto per poter festeggiare la sua quinceañera.
Marleny all’uscita di scuola ha immediatamente contattao un hotline per l’immigrazione ma dall’altra parte nessuno sapeva dirle niente.
Fredy Loperz è tra i fortunati che hanno potuto riabbracciare i loro cari, un braccialetto alla caviglia per il monitoraggio GPS e un futuro incerto davanti a sé.
La testimonianza di Fredy Lopez
Fredy Lopez ha potuto riuscirsi a sua figlia Marleny ma il suo pensiero vola a tutte quelle famiglie divise e a quei bambini che da giorni non conosco il destino dei propri genitori.
“Tutti gli ispanici vengono da questa parte e quelli che vengono da qui vanno laggiù” con queste parole è cambiata la giornata e la vita dei 680 lavoratori senza documenti in Mississippi, divisi in fazioni ancora prima del controllo delle generalità.
“Eravamo circa in 20 e di noi solo 3 sono tornati” ha raccontato Lopez ancora visibilmente provato. Come lui anche Eva , catturata insieme al marito, che ha potuto riabbracciare i suoi figli dopo 22 ore di detenzione.
“Non so perché Donald Trump ci veda come dei criminali. Siamo qui per nutrire i nostri figli” ha detto la donna, ancora ignara del destino che l’attende.
Restiamo Umani
In America sono gli ispanici, in Italia i migranti dell’Africa, in passato erano gli ebrei e domani potresti essere tu. Nell’incertezza del futuro l’unica verità consolidata è che ogni sistema politico ha bisogno di un nemico per accecare la massa e distoglierla dalle vere lacune del Paese.
Per questo motivo è importante non dimenticare mai che in questa Terra che ci ospita siamo tutti uguali e tutti meritevoli di avere una speranza e di cercare salvezza.
Quando l’intolleranza, la paura e l’indifferenza hanno la meglio bisognerebbe chiedersi “E se fossi io ad essere strappato dalla mia famiglia?”, “Se fossi io a vagare in mare?”. Se fossi tu, cosa vorresti?
Emanuela Ceccarelli