Non si tratta della trama di un nuovo film comico, per Biagio Izzo il rischio di finire agli arresti domiciliari è realtà.
L’inchiesta
Per l’accusa non ci sono dubbi: la persona per la quale bisognava agire per il recupero di alcuni beni pignorati è proprio Biagio Izzo. L’inchiesta nasce da un’indagine rivolta a scovare i nomi di due funzionari dell’erario colpevoli del reato di turbativa d’asta.
Nelle intercettazioni telefoniche su colloqui intercorsi tra tre soggetti, si parla di “attore famoso” che vuole recuperare una Vespa 300 e una Fiat 500. I soggetti coinvolti sono: il titolare di un’agenzia di disbrigo pratiche; un ex dipendente di Equitalia e un dirigente dell’istituto vendite all’incanto.
Secondo il pm, l’”attore famoso” al quale si riferiscono le tre persone è Biagio Izzo. Quest’ultimo, infatti, aveva avuto un lungo contenzioso con Equitalia che aveva portato al pignoramento di alcuni suoi beni.
Biagio Izzo, per riottenere i beni pignorati, avrebbe commesso il reato di corruzione. Il 25 febbraio 2015, giorno dell’asta, infatti, i tre soggetti si sarebbero operati per far tornare i beni nelle disponibilità dell’attore.
Biagio Izzo si dichiara estraneo ai fatti
L’attore comico si dichiara estraneo ai fatti:
Questa vicenda non mi riguarda non ho parlato né chiesto favori a nessuno. Purtroppo conosco tante persone e c’è chi tenta di accreditarsi in questo modo. Si risolverà tutto in una bolla di sapone
I suoi avvocati spiegano che il gip ha già fatto chiarezza sui fatti, escludendo il reato di turbativa d’asta. Gli stessi, inoltre, si dichiarano sorpresi dalle parole del pm per due motivi. In primo luogo perché si parla di fatti di tre anni fa, in secondo luogo fanno appello alla condotta regolare dell’attore.
Nessun arresto e nessuna responsabilità dell’attore, nell’indagine si chiarirà tutto. In realtà Biagio Izzo, come già riconosciuto dal giudice nelle indagini preliminari è totalmente estraneo a qualsiasi ipotesi di reato. L’attore infatti non compare in alcuna conversazione e appare coinvolto nell’inchiesta solo indirettamente a causa di alcuni soggetti che parlano di lui e cercano di entrare nelle sue grazie per l’acquisto all’asta di due motorini pignorati, per cui invece il contribuente aveva presentato regolare ricorso
23 marzo la decisione del Tribunale del Riesame
Nei mesi scorsi il pm ha chiesto gli arresti domiciliari per Biagio Izzo e le altre persone coinvolte. La posizione degli inquirenti, tuttavia, non è stata accettata dal gip perchè ha ritenuto che non esistessero gravi indizi.
La Procura ha impugnato la decisione del gip e ha chiesto l’appello. La storia non è quindi ancora finita: il confronto tra accusa e difesa si terrà davanti al Tribunale del Riesame il 23 marzo prossimo.
Ma che fine hanno fatto quei beni pignorati? La risposta è semplice: sono stati acquistati all’asta nel 2015 e tornati nuovamente nella disponibilità di Biagio Izzo.
Elena Carletti