Arrestata a Piacenza la banda di trafficanti, spacciavano fentanyl e falsificavano il denaro

Arrestata a Piacenza la banda di trafficanti

È stata arrestata a Piacenza la banda di trafficanti che si occupava di spacciare il carico di fentanyl proveniente dalla Cina.

Arrestata a Piacenza la banda di trafficanti, sono attualmente sette le persone che si trovano in carcere in Italia, ma il numero totale dei componenti del gruppo in stato di detenzione ammonta a diciotto. La banda era attiva su più Stati, gli altri undici trafficanti si trovano, infatti, detenuti negli Stati Uniti. La Procura di Piacenza, in collaborazione con la Dea, ha condotto l’inchiesta che li ha incastrati.

La banda italiana si occupava dello spaccio del fentanyl proveniente dalla Cina. Il fentalyn è una droga sintetica appartenente alla famiglia degli oppioidi. È una sostanza estremamente pericolosa, in USA uccide circa 180 persone al giorno.

In una zecca clandestina i trafficanti coniavano, inoltre, monete false, in particolare franchi svizzeri di valore compreso tra i due e i cinque al massimo. Lo scopo ultimo era quello di trasformarli in bitcoin e, infine, in euro grazie alle macchinette cambiavalute presenti in Svizzera.

Gli inquirenti hanno iniziato le indagini negli USA, luogo in cui il fentanyl è in commercio da tempo. La sostanza arrivava in America tramite un complesso gioco di illusionismo. La sostanza, prodotta dai trafficanti in Cina, partiva da l’ verso l’Italia, questo era uno stratagemma che non faceva insospettire le forze dell’ordine dagli USA, già a conoscenza dei traffici. I componenti italiani della banda dirottavano il carico in America arrivando protetto sia dalle targhette sui pacchi che dalla provenienza.

Dalle indagini sul traffico di droga gli inquirenti sono risaliti a un’ulteriore attività illecita messa in atto dalla banda. Con l’utilizzo di macchinari appositi coniavano da due a cinque franchi svizzeri. Raggiungevano le macchine cambiavalute in Svizzera, appena superato il confine con l’Italia inserivano i franchi falsi trasformandoli in euro. Per ripulire meglio il denaro e ottenerne in quantità ancora maggiore lo convertivano in bitcoin e soltanto alla fine lo riscuotevano.

Per entrambi i traffici in questione i componenti della banda effettuavano ogni singolo passaggio con estrema attenzione. Ciò che le forze dell’ordine hanno smantellato era una vera e propria organizzazione controllata in modo capillare e pressoché perfetto. Le macchinette cambia valute non riuscivano a riconoscere le monete false estremamente fedeli alle originali. Al contempo, i controlli trattavano il carico di droga nello stesso identico modo applicato a una comune spedizione proveniente dalla Cina.

La mente dietro a un tale spettacolo di illusionismo criminale era quella di Giancarlo Miserotti. Alle spalle aveva tre anni di studi di grafica presso New York e la conoscenza di diverse lingue, tra cui l’inglese, l’ucraino e il rumeno, naturalmente oltre all’italiano. Si era stabilito a Piacenza con la sua famiglia in una villa storica nascosta dal verde di un parco della città. Da lì teneva sotto controllo qualsiasi spostamento, nascondendosi contemporaneamente da occhi indiscreti.

Margherita De Cataldo

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