Ariston e Bosch cedute a Gazprom Domestic Systems, società del gruppo statale Gazprom. Il decreto, firmato da Putin, dispone il trasferimento “a titolo gratuito” per sei mesi, con possibilità di proroga. La mossa, inaspettata, aggrava le tensioni economiche tra Russia e Occidente dopo l’invasione dell’Ucraina.
Un nuovo capitolo si apre per le attività di Ariston e Bosch in Russia. Con un decreto firmato ieri, il presidente russo Vladimir Putin ha disposto il trasferimento temporaneo delle filiali locali dei due colossi industriali a Gazprom Domestic Systems, società del gruppo statale Gazprom attiva nel settore degli elettrodomestici.
La mossa, che ha colto di sorpresa molti osservatori, rappresenta un’ulteriore escalation delle tensioni economiche tra Russia e Occidente a seguito dell’invasione dell’Ucraina. Secondo il decreto, il trasferimento avverrà “a titolo gratuito” e avrà una durata iniziale di sei mesi, con la possibilità di essere prorogato per altri sei.
Le motivazioni ufficiali dietro la decisione di Putin non sono state esplicitate. Tuttavia, alcuni analisti ipotizzano che si tratti di un tentativo di rafforzare il controllo statale sull’economia russa e di ridurre la dipendenza dalle aziende straniere, in particolare in settori strategici come quello degli elettrodomestici.
Ariston e Bosch, da parte loro, hanno espresso “profonda preoccupazione” per la situazione e hanno affermato di stare “valutando tutte le opzioni legali” per tutelare i propri interessi. Le due aziende hanno inoltre sottolineato che la cessione temporanea delle loro filiali non avrà alcun impatto sul resto delle loro attività globali.
Le implicazioni della cessione
Le implicazioni di questa decisione sono ancora da valutare appieno. Alcune delle principali preoccupazioni riguardano:
- Il futuro dei dipendenti: Le filiali di Ariston e Bosch in Russia impiegano migliaia di persone. Non è chiaro cosa accadrà a questi lavoratori dopo il trasferimento a Gazprom.
- L’impatto sulla concorrenza: La cessione delle due aziende a un unico soggetto potrebbe creare una situazione di monopolio nel mercato degli elettrodomestici in Russia, con possibili ripercussioni negative sui prezzi e sulla qualità dei prodotti.
- Le conseguenze per gli investitori: Gli azionisti di Ariston e Bosch potrebbero subire perdite significative a causa di questa decisione.
Uno scenario incerto
Resta da vedere come si evolverà la situazione nei prossimi mesi. La cessione temporanea di Ariston e Bosch a Gazprom rappresenta un evento senza precedenti con conseguenze potenzialmente di vasta portata. Le aziende coinvolte, i loro dipendenti e gli investitori si trovano ora ad affrontare un futuro incerto, in un contesto geopolitico complesso e teso.
Non sono mancate le parole di Antonio Tajani:
«Dopo l’inattesa decisione Governo Russo sulla gestione di Ariston Thermo Group, ho subito attivato la nostra Ambasciata in Russia e parlato con i vertici dell’azienda italiana. Il Governo italiano è al fianco delle imprese, pronto a tutelarle in tutti i mercati internazionali».
Oltre alle preoccupazioni sopracitate, la cessione solleva anche questioni relative alla legalità dell’operazione. Alcune voci critiche hanno infatti ipotizzato che il trasferimento delle filiali possa configurare una forma di esproprio illegittimo.
È importante sottolineare che al momento non vi sono certezze sul futuro di Ariston e Bosch in Russia. La situazione è ancora in evoluzione e solo il tempo dirà quali saranno le conseguenze di questa decisione per le aziende, i loro dipendenti e l’economia russa nel suo complesso.
In aggiunta a quanto sopra, vale la pena evidenziare che la cessione di Ariston e Bosch a Gazprom potrebbe avere un impatto significativo sulla filiera produttiva globale. Le due aziende sono infatti fornitori di componenti e tecnologie essenziali per la produzione di elettrodomestici. La loro assenza dal mercato russo potrebbe quindi causare ritardi e aumenti dei costi per le altre aziende del settore.
Infine, la decisione di Putin potrebbe anche avere ripercussioni negative sull’immagine della Russia a livello internazionale. L’esproprio di aziende straniere potrebbe infatti essere visto come un segnale di ostilità verso gli investimenti stranieri e di mancanza di rispetto per i diritti di proprietà.