Arctic World Archive: l’archivio-bunker che custodisce tutti i documenti

Avete mai provato ad immaginare una biblioteca in grado di racchiudere e conservare tutto il sapere umano, prodotto in millenni di storia? Come potrebbe essere un posto simile? Un edificio a più piani pieno di scaffali, colmi di libri e documenti, o una mega sala con dei supercomputer? Niente affatto, l’Arctic World Archive è quanto di più diverso da tutto ciò si possa pensare.

Arctic World Archive: la “biblioteca-bunker” a prova di Apocalisse

Global Seed Vault

Circa dieci anni fa, nell’arcipelago norvegese delle Svalbard, venne costruito il Global Seed Vault, una banca mondiale dei semi, in cui sono custoditi i semi di circa 1,5 milioni di specie vegetali terrestri. Il motivo dietro questa mastodontica impresa? Preservare la flora del nostro pianeta da eventuali catastrofi naturali e umane. Con lo stesso scopo, è stato costruito l’Arctic World Archve, un archivio mondiale che si propone di conservare e preservare tuttò ciò che è stato prodotto dall’intelletto umano sino alla data odierna, vale a dire: manoscritti, libri, documenti, trattati, film, composizioni musicali, opere d’arte, segreti militari e password. Ma perché qualcuno dovrebbe prendersi la briga di accettare una simile sfida? La ragione sta nel voler consegnare alle generazioni future secoli di poesia, letteratura, storia e scienza, qualora vi fosse un cataclisma o arrivasse la tanto temuta ‘fine del mondo’.

Un’operazione ambiziosa e titanica resa possible grazie ad una particolare tecnologia, che consente la conservazione di tutti i dati su supporti analogici durevoli nel tempo e resistenti ad attacchi informatici. Si tratta di pellicole fotosensibili, prodotte da Piql, compagnia norvegese specializzata nella conservazione di film, che si è dedicata alla preservazione dei dati. Come illustrato da Rune Bjerkestrand, fondatore di Piql (società fondata nel 2002):

«Scriviamo i dati su pellicola come fossero grandi codici QR. È come scolpirli nella pietra». 




Tutti i dati raccolti verranno anche salvati in formato digitale e inviati attraverso una speciale stampante per pellicole, “con un sistema di trasferimento dati controllato”. Ogni informazione trasferita su film non sarà più modificabile e risulterà ‘inespugabile’ da parte di attacchi informatici da remoto. Piql afferma inoltre la resistenza agli sbalzi di temperatura, mentre la durata garantita varia dai 500 ai 1.000 anni.

L’arcipelago delle Svalbard

Il luogo in cui si trova l’Arctic World Archive è vicino a quello che custodisce il Global Seed Vault: si tratta di un’ex-miniera di carbone, scavata all’interno di 300 metri in una montagna sull’isola di Spitsbergen. Un vero e proprio deserto di ghiaccio che somiglia alla landa desolata in cui vivono gli Estranei di Game of Thrones, al di sopra della Barriera. Ma perché è stato scelto proprio l’arcipelago delle Svalbard? Ovviamente, non a caso. Questo è ritenuto uno dei luoghi più sicuri al mondo, a metà tra la Norvegia e il Polo Nord, grazie ad un trattato firmato il 9 febbraio del 1920 (circa 100 anni fa) questa zona è demilitarizzata ed è al riparo da qualsiasi attacco terroristico o nucleare. Ad oggi il Trattato di Svalbard conta 46 firmatari, inclusi Stati Uniti, Russia e Cina. Inoltre, date le particolari condizioni climatiche del luogo, le Svalbard sono perfette per la conservazione di semi e di dati, al di sotto del permafrost. La temperatura al di sotto di zero gradi Celsius è quella più adatta per la preservazione delle pellicole contenenti informazioni.

Il fine dell”Arctic World Archive

L’Arctic World Archive è nato con lo scopo e la speranza che enti, istituzioni, governi e centri di ricerca di tutto il mondo mettano a disposizione i loro documenti più importanti in modo da tramandarli a chi verrà dopo di noi. Ovviamente, anche i privati possono richiedere il versamento su pellicola fotosensbile di quanto da loro ritenuto importante. Ma qui sta la differenza tra il Global Seed Vault e l’Arctic World Archive: difatti, mentre il primo è stato creato da volontari come una non-profit, il secondo ha scopo di lucro. Ciò significa che chiunque voglia far memorizzare e conservare i propri dati (sia esso un ente o un privato) dovrà pagare. Il costo di una simile operazione rimane sconosciuto, ma le cifre saranno sicuramente poco abbordabili.

Il concetto su cui si basa quella che è stata ribattezzata “Doomsday Library” (“Biblioteca dell’Apocalisse”) è che nei libri risiedono secoli di sapere, ricerca e coscienza dell’umanità intera, dunque garantire la loro sicurezza e la loro fruibilità da qui ai prossimi mille anni è un imperativo assoluto.

Visti gli effetti dei cambiamenti climatici e il rischio di attacchi nucleari, l’ipotesi di una ‘fine del mondo’ non è poi così remota. Ma, in caso di guerre, epidemie, migrazioni di massa, cataclismi naturali e catasfrofi nucleari, chi sarà riuscito a sopravvivere potrà costruire una nuova civiltà grazie ai semi delle piante e ai documenti conservati in quelle che vengono definite le “banche mondiali dell’Apocalisse”.

L’inaugurazione e le recenti acquisizioni

L’Arctic World Archive è stato inaugurato il 27 marzo del 2017: i primi due Paesi a contattare la struttura che ospita l’archivio, ossia la Store Norske (gestita dalla Norvegia), sono stati il Brasile e il Messico che hanno depositato le proprie dichiarazioni d’indipendenza, le loro costituzioni e altri documenti di rilevanza storico-culturale.




Un paio di mesi fa, attorno alla fine di febbraio 2018, è stato annunciata la collaborazione tra Piql e la Biblioteca Apostolica Vaticana: il Vaticano ha richiesto ed autorizzato che alcuni dei volumi custoditi nella prestigiosa biblioteca siano memorizzati su queste speciali pellicole e conservati nell’Arctic World Archive. Tra le opere prescelte vi è un manoscritto della Divina Commedia di Dante Alighieri. A proposito di questa collaborazione, Rune Bjerkestrand, CEO di Piql, ha dichiarato:

“Posizionato lontano dalle instabilità del resto del mondo, riteniamo che l’Arctic World Archive sia il luogo più sicuro del pianeta dove conservare informazioni e dati insostituibili. Siamo onorati della fiducia accordataci per la protezione di veri e  propri tesori del patrimonio dell’Italia e della Biblioteca Apostolica Vaticana”.

Ma il Vaticano non è l’unico ad aver preso contatti con Piql, difatti il 22 febbraio del 2018 presso l’Arctic World Archive sono state depositate: alcune delle foto storiche dell’archivio Alinari; parte della collezione operistica posseduta dalla Fondazione Museo Renata Tebaldi e appartenuta alla soprano e una versione digitalizzata del celebre Urlo di Edvard Munch, conservato presso il Museo Nazionale Norvegese.




Non sappiamo se effettivamente tra un millennio le pellicole di Piql saranno ancora presenti ed intatte, ma speriamo che nel 3018 nessuno vi abbia dovuto far ricorso.

Carmen Morello

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