Il governo di Riad ha vietato la vendita e l’esposizione di bandiere, giocattoli, palloncini e qualsiasi altro oggetto con i colori dell’arcobaleno. Secondo il regime saudita sarebbero infatti strumenti subliminali per avviare le nuove generazioni verso l’omosessualità.
La culla del nuovo rinascimento
Tutti ricordiamo la frase di Matteo Renzi di qualche tempo fa. Il leader di Italia Viva ha definito infatti l’Arabia Saudita come “la culla del rinascimento del nuovo millennio”.
Questa affermazione arrivava in occasione di uno dei tanti incontri tra Renzi e l’erede al trono saudita, il principe Mohammed bin Salman. Quest’ultimo è considerato, tra le altre cose, il mandante dell’omicidio del giornalista Jamal Kashoggi.
Renzi in quell’occasione parlava del loro invidiabile costo del lavoro, dimenticandosi che in Arabia Saudita le condizioni della maggioranza dei lavoratori assomigliano allo schiavismo.
Ma i problemi del regime saudita sono molti.
Uno degli aspetti che rappresenta meglio la poca libertà presente nel paese è l’approccio del governo alle tematiche legate all’omosessualità.
La campagna omofoba contro l’arcobaleno
In questi giorni ci sono state numerose irruzioni della polizia nei mercati. Il Ministero del Commercio ha autorizzato il sequestro del materiale che riporta il colore dell’arcobaleno. Anche i film che contengono riferimenti ai colori arcobaleno sono stati censurati.
Il motivo? “Incoraggiano l’omosessualità”.
Un provvedimento simile era stato preso a dicembre in Qatar. Le autorità avevano sequestrato dai negozi pop-it color arcobaleno e altri giocattoli portatori di “slogan contrari ai valori islamici“.
La legge islamica
Questra stretta omofobica è figlia dall’applicazione della legge coranica, la Sharia, che vieta e condanna l’omosessualità.
Il regime musulmano sunnita dell’Arabia Saudita non ha leggi sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere, ma i rapporti sessuali al di fuori del matrimonio, compreso il sesso omosessuale, sono severamente vietati.
Secondo l’interpretazione saudita della Sharia, la condotta sessuale consensuale tra persone dello stesso sesso è punibile con la morte o la fustigazione.
È inoltre illegale per gli uomini indossare abiti femminili e per le donne portare abiti maschili, infine è vietato svolgere attività online che contrastino i valori religiosi e la morale pubblica.
Dare diritti a tutti non significa toglierli a qualcuno
Le autorità hanno reso noto che quei prodotti sono stati confiscati perché “contraddicono il buon senso e contengono simboli e segni che invitano alla deviazione“. Riad afferma inoltre che quegli oggetti “contraddicono la fede islamica e la morale pubblica e promuovono i colori omosessuali prendendo di mira le giovani generazioni“
I colori dell’arcobaleno rappresentano la quiete dopo la tempesta, un ponte che unisce la bellezza del cielo alle speranze della Terra, la pace, i diritti di tutti e la libertà.
Non esistono colori che istigano a cambiare orientamento sessuale, ma esistono invece simboli di libertà e persone che la libertà non la vogliono.
Quello che le autorità saudite dovrebbero capire è che dare diritti a tutti non significa togliere qualcosa a qualcuno.
Anche in Italia, paese civile e moderno, esistono delle persone e dei movimenti che non hanno capito questo concetto. Lottare per dare un diritto a qualcuno è un merito, lottare o festeggiare per averlo negato è vergognoso.
Alessandro Milia