Archeologia e passione: stretti in abbracci eterni nelle antiche sepolture

L’amore è eterno finché dura, dicono, ma per qualcuno forse lo è un po’ di più

Non sono rari in archeologia gli episodi di ritrovamenti di sepolture in cui due individui vengono recuperati stretti in abbracci eterni. Si tratta di amanti o parenti, ma il tratto che contraddistingue queste sepolture è la capacità di coinvolgerci emotivamente trasportandoci per un istante nelle vite dei personaggi, nei loro amori, nelle loro passioni, nel desiderio di avere stretti accanto fino all’ultimo momento i propri affetti più cari. Archeologia e passione, un connubio irresistibile.

 

Furono trovati tra tutte quelle carcasse raccapriccianti due scheletri di cui uno teneva l’altro strettamente abbracciato. Uno di questi due scheletri, che era quello di una donna [..] L’altro, che teneva questo primo scheletro strettamente abbracciato, era lo scheletro di un uomo. [..] Quando si cercò di staccarlo dallo scheletro che abbracciava, si disfece in polvere.
– Notre-Dame de Paris, V. Hugo”

Questo breve estratto, tra i più romantici della letteratura, descrive il tragico epilogo di una delle storie d’amore più celebri dell’immaginario collettivo. L’amore infelice del campanaro Quasimodo nei confronti della bella zingara Esmeralda e la sua ferma intenzione di non venire meno alla propria promessa d’amore restandole accanto per sempre. Esmeralda viene infatti ingiustamente condannata per eresia e impiccata e Quasimodo, il famigerato “gobbo di Notre Dame”, decide di lasciarsi morire adagiandosi accanto a lei in un abbraccio eterno.

Archeologia e passione: abbracci millenari

Uno dei più antichi ritrovamenti risale addirittura al 6100 a. C. Hanno circa 20 e 30 anni gli amanti scoperti in Turchia all’interno di un complesso di tombe preistoriche sito in Anatolia e, considerata la giovane età dei soggetti, è lecito credere che si trattasse di una coppia di amanti. Archeologia e passione incatenate da 8000 anni.

Molto romantica e inequivocabile è la posizione di sepoltura dei due scheletri rinvenuti invece a Valdaro, in provincia di Mantova. I due individui, uomo e donna, sono rinvenuti sepolti di fianco, faccia a faccia, come per guardarsi eternamente e sono abbracciati sia con gli arti inferiori che superiori. La coppia, molto giovane, è stata datata al neolitico e la sepoltura, eccezionale anche per l’ottima conservazione degli inumati, venne scoperta nel 2007 presso una villa romana.

archeologia e passione

Stessa posizione e identico sentimento per la coppia di amanti del neolitico ritrovata presso la Grotta di Alepotrypa nel Peloponneso meridionale anch’essi sepolti faccia a faccia e abbracciati. Questa modalità di sepoltura caratterizzata dallo stretto abbraccio si ritrova di frequente nelle inumazioni etrusche caratterizzate per l’appunto da sarcofagi bisomi.

Non solo abbracci fra amanti

Molto suggestiva fra le numerose sepolture etrusche è la scoperta di due scheletri, uno con la mano protesa ad accarezzare il ventre dell’altra, nella necropoli etrusca di Vigna la Piazza a Rocca di Castro, in piena Tuscia viterbese. I due individui seppelliti in posizione supina in una tomba bisoma a fossa, sono coricati uno accanto all’altra e gli archeologi li hanno sopresi nell’atto affettuoso di una carezza sulla pancia. Il gesto, anche considerata la differenza di età fra i due personaggi, fa pensare a un momento di tenerezza scambiato tra un figlio e una madre, una modalità unica nel suo genere.

Amanti sorpresi in un momento privato

Archeologia e passione fuse insieme e suggellate attraverso una stretta di mano per una coppia di Modena. I due scheletri, di epoca tardo romana vennero ritrovati intenti nell’atto di reggere l’uno il palmo della mano dell’altra. Gli archeologi durante il ritrovamento ebbero la netta sensazione di trovarsi di fronte a un momento intimo e privato molto importante per la coppia. Potrebbe persino trattarsi della rievocazione di un gesto ufficiale, la dextrarum iunctio, ovvero l’atto di congiungere le mani nel rito nuziale.

Archeologia e passione: mano nella mano nei secoli dei secoli

E si addormentino gli amanti
All’ombra del vulcano
Posso bruciare sempre la tua mano
Nella mia mano
E consumarsi il mio destino
Col tuo destin
o

(Francesco De Gregori – Baci da Pompei)

Così il cantautore ci narra gli ultimi momenti di una coppia di amanti di epoca romana sorpresi dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. L’immagine della stretta amorosa con cui gli amanti si oppongono al tempo e al destino ha attraversato i secoli. Archeologia e passione per l’eternità.

Estremamente affascinante il caso del ritrovamento dei due amanti inglesi scoperti mano nella mano in Gran Bretagna. La coppia venne sepolta nella Cappella di St. Morrell ad Hallaton, nel Leicestershire, leggendaria tappa di pellegrinaggio che insiste su un sito di epoca romana. Ai due personaggi, sicuramente amanti vista l’intimità del gesto, è stata negata la sepoltura all’interno della chiesa principale. Ciò potrebbe far pensare che si trattasse di fuorilegge, malati o stranieri e che la comunità avesse deciso di tenerli lontani dal luogo sacro ufficiale.

Archeologia e passione come eros e thanatos

Gli archeologi, grazie alle loro incessanti ricerche, portano alla luce le appassionanti vicende di amanti che non hanno voluto separarsi nemmeno dopo la morte e ci suggeriscono domande e ipotesi. La nostra fantasia inizia a viaggiare e delinea le infinite possibili vite dei protagonisti. Erano una coppia? Amanti? Madre e figlio? Cosa rappresentano i loro gesti e come è avvenuta la loro morte?

Oltre alle scoperte di sepolture è impossibile dimenticare come archeologia e passione si fondano riprodotte in un’opera d’arte. Il celebre sarcofago degli sposi, di epoca etrusca oggi guest star del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia ne è il miglior esempio. La scultura in terracotta riproduce due sposi nell’atto di banchettare sdraiati sul triclinio.

L’archeologia si rivela una narrazione oltre che una scienza. Permette di suggellare oltre i confini dello spazio e del tempo la potenza di un sentimento raccontato attraverso i gesti più intimi e quotidiani, la cui tenerezza non può che imprimersi nella memoria collettiva.

Serena Oliveri

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