Nella lingua italiana ci sono molte parole derivanti da altri idiomi. Secondo il Grande Dizionario della Lingua Italiana curato da Tullio De Mauro le parole greche sono le più numerose (8000), seguono quelle inglesi (6000), le francesi (5000), le spagnole (1000) ma sono presenti anche parole tedesche e arabismi.
Non vi è da stupirsi poiché l’Italia occupa una posizione centrale nel Mar Mediterraneo e ciò le ha permesso di diventare un importante centro culturale ricco di retaggi greci, germanici e arabi. La Sicilia in particolare vittima di numerose invasioni è stata abitata prima dai Bizantini, sconfitti dall’impero islamico che governò dal 827 al 1091 e in seguito fu presa dai Normanni. Anche Genova e Venezia sono antiche città portuali oltre che importanti centri commerciali, hanno contribuito ad arricchire la nostra cultura con le influenze mediterranee.
Sono molti i latinismi che usiamo nelle nostre espressioni ma gli arabismi nell’italiano sono forse quei termini che potrebbero sorprenderci di più, soprattutto perché sono spesso parole che usiamo quotidianamente.
Scopriamo insieme gli arabismi utilizzati a tavola
arancia da narangi (in spagnolo naranja);
limone da laimun;
carciofo da qarshiufa;
melanzana da bādingiān;
riso dal latino rīsus che deriva a sua volta dalla parola orientale oryza;
zucchero da sukkar;
caffè da qahwa;
sorbetto da sharba;
marzapane da marṭabān;
zagara da zahra;
zibibbo da zabîb;
alcool da al-kuḥl;
albicocca da al-Barquq;
spinaci da as-Spanakh;
zafferano da az-Za’fara.
Arabismi nella musica e nei giochi
liuto dal francese antico leut, a sua volta dall’arabo ’ūd;
nacchera da naqqāra;
tamburo da ṭunbūr;
scacco matto da ash-Shāh Māt (=il re è morto);
alfiere da al-Fâris.
Colori
azzurro da lāz̆ward (lapislazzuli);
scarlatto da saqirlāṭ.
Gli arabismi nella scienza
zero da sifr;
algebra da al-Giabr;
alchimia da al-kimiyâ;
alambicco da al-anbiq (derivato dal greco ámbix);
alcali da al-qalī;
algoritmo dal latino algorithmus che deriva a sua volta dal nome d’origine arabo al-Khuwārizmī;
Almagesto da Al-Magisṭī;
almanacco da al-mana¯hŠ;
cifra da cifr;
nadir da naẓīr;
zenit da samt;
elisir da al-iksir;
salamalecchi da salā’m ῾alaik.
Arabismi nati nel commercio
ragazzo (inteso come fattorino, corriere) da raqqāṣ;
magazzino da maĝsan;
taccuino da taqwin;
dogana da diwan;
facchino da faqîh;
darsena da dār-ṣinā;
ammiraglio da amīr;
avaria da awār;
zecca da sikka;
aguzzino (inteso come sorvegliante) da al-wazīr;
assassino da hashīshiyya;
bizzeffe da bizzaf;
meschino (inteso come commerciante povero) da miskin;
rischio da rizq;
tariffa da ta’rif.
Arabismi nell’arredamento della casa
materasso da matrah;
baldacchino da baldacco, nome della città di Bagdad ;
caraffa da garrāfa;
giara da ğarra oppure dallo spagnolo jarra;
tazza da ṭāsa;
zerbino da zirbiy;
divano da diwan (come la parola dogana) perché un tempo il divano era l’unico arredamento della dogana;
lacca da lakk (in indiano laksa);
ottone da latūn;
tarsia da tarṣī.
Vestiti
giubba da ĝubba;
ricamare da raqama.
Prendiamo una frase italiana piuttosto banale con molte parole che iniziano con la lettera A: «La nave era in avaria. L’ammiraglio uscendo dall’arsenale si lamentò degli acciacchi. Giunto a casa si buttò sull’alcova azzurra mangiando arance e albicocche con un po’ di alcool». Tutte le 9 parole con la A vengono dall’arabo. Tentiamo con la C? «Ho messo il caffè nella caraffa. Nella dispensa c’è una cassata con i canditi, nella casseruola un po’ di carciofi». Le 6 parole con la C derivano dall’arabo.
-Colpisce più la lingua (araba) che la spada-
Daniele Barbieri
e poi ci sono i Neo islamismi
jihad, intifada, talebano, sura, sunna, imam, burqa, hijab, harem, cous cous, burghur, curcuma, falafel, kebab, tabbuleh, cardamomo, harissa e hummus.
Sapevi che…
Il famoso personaggio comico il Gabibbo ideato da Antonio Ricci per Striscia La Notizia, prende il nome dalla parola genovese gabibbo che a sua volta deriva da habib (= amore, caro, amico). Gabibbo era un termine utilizzato per indicare gli scaricatori di Porto Eritrei. In seguito il Gabibbo è diventato un nome dispregiativo per indicare tutte le persone provenienti dal sud, anche del Sud Italia.
La parola scialla (usata nell’espressione “stai scialla”) invece deriva dall’arabo inshaallah (=se Dio vuole). Era utilizzata quando un marinaio partiva per il mare o ritornava sano e salvo a casa.
Cristina Meli
Sempre interessante e istruttivo leggerti.
Grazie per questo bell’articolo, molto dettagliato.
E’ importante conoscere l’origine delle cose, dei detti, delle parole.
Ci arricchisce.
Brava Cristina!!!! Un saluto, Marina
Assassino non è strano, strambo ci sia anche alcol.
E al proposito di alcol, anche molti nomi di vini piemontesi, tipo barbera, barbaresco, risalgono i loro nominativi ai tempi dell’occupazione araba del basso piemonte. Dato che questi arabi arrivavano dall’Algeria, erano chiamati Barbareschi. Quindi, da denominazioni di terre o da soprannomi di loro discendenti sono nati i nomi dei vini.
Davvero molto interessante. Siamo tutti interconnessi e l’uso promiscuo delle parole nelle diverse lingue ne è la più evidente conferma.
E’ vero Mauro e siamo felici tu abbia apprezzato l’articolo. Grazie, a presto -CM-