Aprire e chiudere i porti come con l’interruttore della luce

“Casa mia per chi scappa dalla guerra è aperta”
(Matteo Salvini, 7 marzo 2017)


“Per donne e bambini in fuga dalla guerra le porte sono aperte”
(Matteo Salvini, 28 giugno 2018)


“Le porte dell’Italia sono spalancate per chi fugge dalla guerra”
(Matteo Salvini, 1 luglio 2018)


“Porte spalancate a chi scappa dalla guerra”
(Matteo Salvini, 13 novembre 2018)


“L’Italia ha le porte spalancate, i porti aperti per chi scappa davvero dalla guerra”
(Matteo Salvini, 10 dicembre 2018)


Scoppia la guerra in Libia.
Matteo Salvini: “I porti restano chiusi“.


Salvini è questo.
E’ sempre e solo stato questo e ha sempre e solo fatto questo: Padania libera, via le accise sulla benzina, mai con i 5 Stelle, rispedirò a casa tutti i clandestini, no euro, sono pronto a farmi arrestare, sono pronto a farmi processare, chi spara al ladro non sarà mai più indagato, porte aperte ai profughi di guerra, ecc. ecc. Tutte ca**ate. Tutte. Sempre, comunque, sistematicamente smentite dai fatti.
Da 25 anni.

Lui ha imparato una cosa semplice: che in Italia non importa ciò che davvero fai. Importa solo ciò che dici in quel preciso momento, in quel preciso giorno, con quel preciso abbigliamento, in quel preciso luogo, davanti a quella precisa platea.

Dirlo con una tale convinzione e ovvietà di intenti da non instillare il benché minimo dubbio nell’uditorio sulla tua sincerità. Cosicché quando non manterrai l’impegno preso, quell’uditorio, pur di non ammettere a se stesso di essere tanto stupido da averti creduto con tanta passione, piuttosto che ammettere il tradimento subito, dirà Ellorailpiddì?

Intanto però scopriamo che a certi livelli, questi giochetti non funzionano. E allo Stato Maggiore, ai generali della Difesa della Repubblica Italiana, gli orini loro impartiti da questo tizio cominciano a non andare più a genio.

E con molta gentilezza gli hanno ricordato che a loro delle sue felpe non frega una mazza. Che può giocare con i suoi fan, non con le cose serie. E che deve stare al suo posto. Perché lo Stato Maggiore, sulla questione delle navi e degli immigrati, risponde come da Costituzione al Presidente della Repubblica e al Ministro della Difesa. Non a lui. E che se lui e i suoi fan non conoscono la Costituzione, lo Stato Maggiore la conosce. E la applica. A prescindere da cosa ci sia scritto sulla sua felpa.

 

Emilio Mola
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