“La terra inquieta” è la mostra ospitata alla Triennale di Milano che racconta di immigrazione e dei rifugiati. Sarà aperta fino al 20 Agosto. L’arte si riunisce per raccontare di viaggi e vite spezzate e di speranze deluse, nonché di viaggi. E’ un percorso per coloro che, nonostante un mondo saccente e superficiale vogliono provare a capire e a conoscere.
Il titolo della mostra un omaggio a Édouard Glissant, poeta della diversità
E’ un progetto di Massimiliano Gioni per la Fondazione Nicola Trussardi, è una mostra dedicata alla rappresentazione della migrazione nella cultura visiva contemporanea. Massimiliano Gioni è un critico d’arte contemporanea e dal 2003 è anche il Direttore artistico della Fondazione Trussardi. Prende in prestito il titolo da una raccolta di poesie dello scrittore caraibico Édouard Glissant, da sempre affascinato dal problema della coesistenza tra culture diverse.
Nella mostra il racconto di storie diverse attraverso forme artistiche differenti, dai pannelli alle installazioni, alle foto e anche alle immagini che scorrono senza soluzione di continuità. Due piani di mostra in cui anche l’architettura dell’impianto espositivo collabora alla formazione del messaggio principale e che, in qualche modo, li guida al secondo piano dove ci sono le installazioni di più forte impatto.
La migrazione non è un aspetto della contemporaneità. Ha una sua storia e un significato
Una mostra che non parla solo dell’emergenza contemporanea. Le opere trattano di migrazioni nel loro essere percorso naturale che parte dall’esigenza di spostarsi, cambiare. ed è un percorso quanto mai attuale oggi e che, nella gestione della emergenza odierna, fa dimenticare quali siano i nostri trascorsi e che questi hanno contribuito a creare le società umane odierne.
Ospita anche gli artisti della nuova generazione provenienti da zone travagliate come Siria, Libano, Algeria, Turchia.
I commenti degli organizzatori…
I una una intervista rilasciata ai giornalisti Gioni ha voluto inquadrare l’insieme di installazioni in una vera e propria corrente culturale raprresentativa di un mondo di artisti che vuole imparare a commentare la relatà attraverso forme diverse e più incisive.
“Da una parte c’è l’attualità più bruciante e dall’altra la constatazione del fatto che nell’arte di questo nuovo secolo, molti artisti hanno avocato a se la responsabilità di farsi sia giornalisti e reporter di queste storie e di inventare una nuova forma di narrazione del nostro presente. Una forma che si confronta con il codice del giornalismo, dell’indagine, ma vignetta poi dei coefficienti di dubbio, di indeterminazione insegnandoci a dubitare di ogni verità preconfezionata e di slogan semplicistici e invece creando un sorta di documentario sentimentale […]“
“Abbiamo scelto di parlare di un tema attuale e scottante e necessario. Tocca tutti, tocca tutto il mondo. È uno dei temi necessari della nostra contemporaneità e viene trattato come un’urgenza, come un problema. Ma di fatto le migrazioni avvengono da che esiste l’uomo. Anche di questo tratta la mostra.” Questo il commento di Beatrice Trussardi Presidentessa della Fondazione.
Tutte le informazioni e gli orari sul sito della Triennale: http://www.triennale.org/
La Terra Inquieta, fino al 20 agosto 2017.
Simona Scravaglieri