In effetti è arrivato Van Gogh, ma non i suoi quadri. La mostra è di tipo innovativo ed è un percorso di 45 minuti completo. Con il contributo di musica, video e riproduzioni, la mostra mira a far conoscere la poetica dell’artista attraverso il suo vero io. Aperta in anteprima il 5 maggio, rimarrà a disposizione della città fino a Luglio. All’interno dello spazio espositivo anche la ricostruzione in 3D de “La camera di Vincent ad Arles” del 1888 realizzato mentre aspettava l’arrivo dell’amico pittore Paul Guaguin. È esposto al Van Gogh Museum di Amsterdam.
Grande successo in ogni città visitata. Sgarbi “Tendo ad apprezzare più chi non parla di sofferenza.“
In una presentazione di questa mostra un anno fa circa Sgarbi ha detto che nella sua tendenza di uomo che rifiuta il dolore, Van Gogh non è propriamente il massimo. Questo perché nella poetica pittorica dell’autore traspare tutto il dolore di una vita. Il senso di dolore raccontato ci arriva violentemente attraverso queste immagini piene di colori intensi proprio come fitte. E si percepisce di più in esperienze come queste quando le riproduzioni dei quadri vengono proiettati, ingranditi o ridotti, tutti vicini per gruppi temporali. È in quel momento che il messaggio del suo autore si palesa più facilmente.
Il fatto che non ci siano gli originali non limita l’esperienza, anzi è un valore aggiunto. “Van Gogh non ci vuole mostrare i girasoli ma la sua anima“. La sua forma espressiva attraverso la ricostruzione delle variazioni in cui ha rappresentato lo stesso soggetto ci aiuta a capire e ad andare oltre la pittura. “L’opera d’arte era l’espressione del suo sentire” ha proseguito in quell’occasione Sgarbi. E più in là ha detto che “nasce e muore povero. È un artista povero che dopo la morte è diventato famosissimo attraverso le opere che sono costosissime. nella sua vita, infatti (non lo sapevo nemmeno io) ha venduto un solo quadro per un corrispettivo oggi di 1.900€”
Una mostra che cambia di città in città…
Non è mai la stessa mostra anche se il materiale su cui si alternano i contributi è lo stesso. Ne avevamo già parlato tempo fa. In effetti buona parte dell’esperienza la fa anche lo spazio espositivo in cui viene allestita. Tra quelle più suggestive c’è quella di Firenze di due anni fa circa. Fu realizzata nella chiesa sconsacrata di Santo Stefano al Ponte, una delle più antiche chiese di Firenze. Le pareti riempite di riquadri che si alternano all’architettura preesistente si fondono valorizzandosi a vicenda e amplificando suoni, colori e lo scorrere delle immagini.
I numeri sono imponenti: 3.000 immagini di circa 800 opere. 50 proiettori ad alta definizione sbarcano nella ex chiesa di San Mattia in Via Isaia a Bologna rimodellandosi su architetture nuove per tornare a raccontare del tormentato pittore. Un’altra volta la mostra muterà secondo lo spazio a disposizione valorizzandolo per autovalorizzarsi.
Non resta che visitarla e lasciarsi, come ha detto nell’apertura di anteprima Daverio, “lasciarsi contagiare dall’arte”!
Lunedì-giovedì 10-20, venerdì- sabato 10-23, domenica 10-2. Ingresso 14 euro, ridotto 12.
Prenotazione gruppi (obbligatoria) e scuole 051 0185011
Simona Scravaglieri