Con 179 voti a favore, 104 contrari e 61 astenuti è stata approvata la nuova riforma delle pensioni in Spagna. Un passaggio fondamentale per mantenere in equilibrio il sistema pensionistico del Paese: porterà ad un aumento del contributo alla sicurezza sociale e manterrà l’età pensionabile a 67 anni. Una riforma all’insegna dell’equità sociale e in difesa dei più deboli.
La nuova riforma delle pensioni in Spagna ha l’obiettivo di di riequilibrare il sistema pensionistico, minacciato dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento dell’inflazione. Tale riforma è stata indicata dalla Commissione europea come uno degli obbiettivi da raggiungere per ottenere i fondi europei destinati al PNRR.
La riforma aumenta l’equità nel sistema pensionistico con un’attenzione particolare alle donne, ai lavoratori autonomi, ai pensionati più vulnerabili e ai lavoratori con carriere irregolari.
Queste le parole di José Luis Escrivà, Ministro per l’inclusione, la sicurezza sociale e le migrazioni, che aggiunge:
Il traguardo è la rivalutazione delle pensioni in base all’evoluzione dei prezzi, garantendo il potere d’acquisto a tutti e in ogni momento.
Cosa prevede la riforma delle pensioni in Spagna
Il nuovo sistema pensionistico varato dal Governo Sanchez prevede l’aumento della base contributiva per far versare di più a chi ha redditi più alti. Dal 2025, infatti, i salari più alti saranno soggetti ad una ritenuta maggiore e a partire dai 54mila euro lordi annuali scatterà una “quota di solidarietà”.
Aumenta anche il meccanismo di equità intergenerazionale, una piccola percentuale prelevata dallo stipendio di tutti i lavoratori per garantire la sostenibilità del sistema previdenziale.
Per combattere l’invecchiamento della popolazione, che vede sempre meno giovani lavorare e sempre più anziani andare in pensione, per i prossimi 12 anni verrà cambiato la modalità di calcolo dell’assegno previdenziale. Per permettere al lavoratore di ottenere una pensione maggiore potrà scegliere tra due sistemi di calcolo per stabilire l’ammontare della pensione:
- Nel primo verranno presi in considerazione gli ultimi 25 anni di contributi;
- Nel secondo verranno presi in considerazione gli ultimi 29 anni, scartando i due anni in cui si è guadagnato di meno.
Questa flessibilità aiuterà chi ha avuto lavori precari, chi ha avuto diversi contratti nello stesso anno o chi ha avuto periodi di inattività. Inoltre, ridurrà il gap tra donne e uomini, che attualmente è del 33%.
Le pensioni minime aumenteranno circa del 22%, che arriveranno fino a 1.180 euro nel 2027.
La riforma, infine, non interviene sull’età di pensionamento, che dovrà aumentare gradualmente fino a 67 anni nel 2027. Alcune categorie potranno andare in pensione a 65 anni se hanno contribuito per almeno 38 anni e 6 mesi.
Non viene intaccato neanche il minimo contributivo, che resta di 15 anni.
Reazioni
I principali sindacati spagnoli, UGT e Comisiones Obreras (CCOO), avevano già da tempo ufficializzato il loro sostegno alla riforma. In Spagna non ci sono state particolari proteste contro il nuovo sistema pensionistico, al contrario di quanto successo in Francia.
Sono sorte critiche dalla Confindustria spagnola (CEOE), la quale ha sottoscritto una nota in cui si esprime che la riforma che intende approvare Madrid comporta che il sostegno del sistemo pensionistico ricada su “lavoratori e imprese del Paese attraverso un aumento generalizzato dei contributi, che ridurrà i salari di tutti i lavoratori e aumenterà il costo del lavoro, mettendo a rischio la creazione di nuovi posti”.