Le Dat
Passate in sordina tra le mille notizie di cronaca, il 30 gennaio approdano alla Camera le Dat, alias le Dichiarazioni anticipate di trattamento, che in parole comuni altro non sono che le norme regolative del Testamento Biologico.
Il testo base, che verrà presentato tra meno di 15 giorni presso la Camera dei Deputati, è il frutto della sintesi di ben 16 proposte di legge presentate alla Commissione per gli Affari Sociali.
All’interno di quella lotta per i Diritti Civili, che lo scorso maggio ha reso possibile l’approvazione del DDL Cirinnà, il quale ha regolarizzato unioni civili e tra persone dello stesso sesso, non godono di eco uguale le Dat.
Eppure di testamento biologico se ne parla da anni, senza raggiungere un nulla di fatt
o.
Particolare rilievo, e polemica, vi fu con il Caso Englaro, che vide un voto alla Camera sulla decisione di staccare o meno la spina, nonché un successivo conflitto d’attribuzione sollevato in Cassazione.
La sensibilizzazione sul tema che si ebbe in quel delicato momento, fece sperare nella realizzazione da lì a breve di una normativa pronta a regolarizzare il testamento biologico.
Da lì in avanti, invece, tutto tacque e gli iter legislativi finirono sempre con il bloccare ogni proposta di legge, rimbalzata da una Camera all’altro fino a cadere nel dimenticatoio.
Le Dat, in questi termini, si pongono quale conquista civile fondamentale, in un Paese che di ritardi normativi ne conosce fin troppi.
Cosa prevede la proposta?
Sul piano tecnico, il testo base delle Dat prevede il consenso e la facoltà per il paziente di interrompere quando egli vorrà le cure a cui risulta sottoposto. La facoltà di interrompere nutrizione e idratazione artificiale, per quanto questa possa non comportare l’abbandono terapeutico.
Varrà con le Dat la tutela del paziente a che il medico rispetti la volontà espressa: con l’annullamento dell’obiezione di coscienza, decade ogni responsabilità per quest’ultimo civile e penale.
Saranno inoltre le Dichiarazioni revocabili e modificabili in ogni momento.
Quale sarà il futuro di questa legge rimane una questione dubbia, specie nella considerazione della difficoltà che hanno seguito quelle ad essa precedenti.
L’equilibrio della legge e la necessità di una normativa idonea, nonostante le polemiche, in particolare di Matteo Salvini, per la Lega, e Maurizio Lupi, per l’Area Popolare, i quali annunciano a riguardo una “pioggia di emendamenti”, potrebbero essere un importante sbocco sul piano della tutela della libertà personale.