Paschal Donohoe, Ministro della Finanza irlandese ha trovato un accordo con Apple. Il colosso digitale di Cupertino dovrà sborsare 13 miliardi di euro a fronte di alcuni arretrati fiscali scoperti. Secondo il Ministro irlandese, Apple inizierà ha trasferire il denaro dovuto ad inizio 2018.
Attualmente, le indagini fiscali sono ancora in corso, eppure il periodo se vogliamo chiamarlo così, di “evasione”, sembrerebbe molto arretrato.
L’Irlanda ha deciso di appellarsi all’ordine della Commissione dell’Unione Europea per avere un verdetto decisivo. Apple, non potrà rifiutarsi di pagare il dovuto, non resta che aspettare che la burocrazia risolva ogni enigma.
Perché Apple è in debito con il fisco irlandese?
Entrando nel merito della faccenda, è stato scoperto che ad agosto 2016 Margrethe Vestager, la Commissaria per la Concorrenza, avrebbe confermato un arretrato debito fiscale del colosso americano in seguito ad alcuni accordi fiscali con l’Irlanda che gli avrebbero permesso di beneficiare di alcune apparenti detrazioni significative in ambito tasse.
Ebbene, le indagini svolte a Bruxelles avrebbero dimostrato che Apple avrebbe beneficiato dal 1991 al 2007 di un’aliquota sulle attività della propria impresa in Europa pari ad una cifra compresa tra l’1% e lo 0,0005%. Un’aliquota quest’ultima, davvero irrisoria in confronto a quella nazionale che si sarebbe dovuta pagare del 12,1%.
Ecco quanto dovrà pagare Apple di arretrati fiscali
Per come stanno le cose in questo momento, il colosso americano dovrà risarcire il fisco irlandese per il periodo di attività compreso tra il 2003 e il 2014. L’ammontare confermato che dovrà ricevere l’Irlanda è di 13 miliardi di euro, tenendo conto giustamente degli interessi maturati in questi anni.
Tutti questi dati sono stati confermati da una nota ufficiale dell’Unione Europea risalente al 2016.
Per l’azienda non resta altro che attendere la decisione della Corte di Giustizia in merito alla conferma della cifra da sborsare. L’analisi definitiva delle prove fiscali raccolte decreterà le giuste conseguenze alle quali si dovrà sottoporre Apple.
Jacopo Pellini