Il dirigente della Regione Campania, Nicola Oddati, e l’ex sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, sono stati arrestati lo scorso 15 gennaio nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti per la concessione del Rione Terra di Pozzuoli; le intercettazioni fornite dalle forze dell’ordine ingloberebbero ben undici indiziati all’interno del circolo vizioso di appalti e ‘mazzette’.
L’ex capo della segreteria del Pd e attualmente dirigente della Regione Campania, Nicola Oddati, e l’ex sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, sono stati arrestati ieri, lunedì 15 gennaio, dalla Guardia di Finanza e dai poliziotti della Squadra Mobile di Napoli nell’ambito dell’inchiesta su appalti e ‘mazzette’ relativi alla concessione del Rione Terra di Pozzuoli.
In totale, le misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della procura sono 11, indirizzate a esponenti politici, amministratori locali e imprenditori.
Le accuse mosse a loro carico sono quelle di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, traffico di influenze illecite e turbata libertà degli incanti.
Gli indagati
Tra gli undici indagati anche Giorgio Palmucci, ex presidente di Enit (Agenzia Nazionale del Turismo) e componente della commissione valutatrice delle offerte per l’aggiudicazione della concessione relativa alla riqualificazione del Rione Terra a Pozzuoli, e l’imprenditore Salvatore Musella, titolare della Cytec Srl.
Dalle indagini è emerso che, per aggiudicarsi la gestione di un grande complesso turistico-alberghiero all’interno del Rione Terra, l’imprenditore puteolano avrebbe corrisposto denaro e altre utilità, con cadenza periodica. In particolare, Nicola Oddati, ex responsabile delle politiche regionali della Campania per il Pd e da sempre uomo interessato al bando del Rione Terra, avrebbe aiutato l’imprenditore Musella nell’aggiudicarsi la gara d’appalto ricevendo in cambio somme di denaro periodiche (per un ammontare di 4mila euro), tre automobili a sua disposizione, soggiorni in hotel e ristrutturazioni edili.
L’ex sindaco Figliolia
Le indagini condotte dalla Polizia di Stato, dalla Guardia di Finanza e dalla Procura di Napoli vedono coinvolto nel circolo appalti e ‘mazzette’ anche l’ex sindaco puteolano Vincenzo Figliolia.
Tramite intercettazioni, documenti in formato Word ed Excel e chat WhatsApp è emersa una cosiddetta “contabilità segreta”, che ha fatto emergere le modalità con le quali l’imprenditore puteolano Salvatore Musella, titolare della Cytec Srl, suo nipote, Salvatore Della Corte e il collaboratore Gianluca Faminio, si sono mossi per aggiudicarsi gare di appalto: tra i file, infatti, in quello denominato Natale 2020 vengono indicati nominativi di persone, enti pubblici (Asl, Poggioreale, Ospedali, carceri, Università, etc.), e categorie a cui andavano dispensati ‘regali’, consistenti in cellulari, auto ed orologi costosi oltre alle classiche ‘mazzette’.
«Secondo le intercettazioni telefoniche e ambientali, emerse nell’ordinanza del gip, Oddati si è interessato particolarmente al bando del Rione Terra “indicendo riunioni presso il suo ufficio romano, incontrandosi a più riprese con Musella, contattando e compulsando ripetutamente Bastianelli e Palmucci e tenendosi informato sulle evoluzioni e incalzando lui stesso i vari soggetti coinvolti per giungere alla proficua definizione del lucroso affare in ballo».
Sulla vicenda del Rione Terra si è espresso l’attuale sindaco Luigi Manzoni, nonché ex presidente del consiglio comunale dell’ultima amministrazione Figliolia.
«Gli ultimi accadimenti giudiziari segnano un grave colpo per la città di Pozzuoli. Da sempre confido nell’operato della magistratura che, sono certo, saprà accertare i fatti accaduti. Gli arresti lasciano sgomenti e nessuno può gioire per una vicenda che investe l’intera comunità».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il gruppo politico “Uniti per Pozzuoli”:
«Apprendiamo dalle agenzie di stampa che, in queste ore, è stata posta la misura cautelare per l’ex sindaco e consigliere comunale, Vincenzo Figliolia su una vicenda nata un anno e mezzo fa. Siamo certi che presto sarà fatta chiarezza sulla vicenda giudiziaria e che il Rione Terra torni presto a nuova vita, intanto ci auguriamo che le persone coinvolte possano dimostrare la propria innocenza».
Cosa resta di Mani Pulite?
La reazione delle classi politiche, celate dietro slogan di stampo pietista e, dato il complesso contesto all’interno del quale la popolazione puteolana è costretta ad operare, inevitabilmente pacificatorio ed acquietante, è un’evidente prova del fatto che l’omertà è ancora lungi dall’essere debellata.
Ad oltre trent’anni da Mani Pulite, periodo durante il quale nessun passo in avanti è stato compiuto, risulta urgente un inasprimento delle pene relative a determinati reati: esso determinerebbe di certo effetti più evidenti rispetto all’arida strategia utilizzata dal governo corrente, consistente nel solo inasprimento della presenza delle forze dell’ordine nelle zone di interesse.