App per controllare le donne, si chiama Absher

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In Arabia Saudita le donne non possono espatriare, per legge, senza il controllo di un uomo-guardiano. Una app avverte sugli spostamenti e permette di dare o negare l’autorizzazione online.

L’app Absher, in uso in Arabia Saudita, fornisce vari servizi come controllare le mail, prenotare appuntamenti di lavoro o richiedere documenti direttamente online, facendo risparmiare tempo agli utenti che avrebbero dovuto recarsi fisicamente nei luoghi adatti e attendere eventuali file. Ma un’applicazione con simili servizi, in Arabia Saudita può diventare una app per controllare le donne, perché crea un database a cui possono attingere gli uomini, diventando padroni anche digitali delle donne della loro famiglia.

Una prigione digitale

La legge saudita vieta a tutti gli effetti alle donne di lasciare il Paese, senza il permesso di un uomo-guardiano e Absher può risultare addirittura utile anche in questo caso. Secondo alcune dichiarazioni, infatti, l’app permette a padri, fratelli o altri componenti maschi della famiglia di concedere uno spostamento alla donna di proprietà con un solo click, rendendo l’autorizzazione immediata, anche se distanti gli uni dall’altra. In un contesto come quello dell’Arabia Saudita, in cui per prima la legge vìola spudoratamente i diritti delle donne, il ragionamento potrebbe quasi funzionare, se non fosse che si parla di circa mille tentativi di fuga ogni annoInternet sta avallando in questo caso, dunque, soprusi e abusi contro le donne, visto che lo scotto della fuga è, nel migliore dei casi, la violenza.



Il ruolo di Apple e Google

Absher avvisa con un sms l’uomo di riferimento, quando la donna sotto la sua tutela usa il passaporto, impedendo fattivamente la fuga di chi prova ad acquistare la libertà al di là dei confini nazionali. L’intervento delle forze dell’ordine è infatti immediato perché, come sappiamo, niente può fermare la velocità della Rete. Le associazioni per i diritti si sono già mobilitate, chiedendo ad Apple e Google di non rendersi complici di questa prigionia virtuale che toglie ogni possibilità alle donne più coraggiose, capaci ancora di sperare in un modo diverso di vivere. La situazione è, al momento, invariata.  

Francesca Luziatelli

 

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